Il duro braccio della legge nipponica nella battaglia contro il fumo irrompe nelle stazioni di polizia di Tokyo, dove investigatori e sospetti non potranno piu’ confrontarsi nei ‘fumosi’ interrogatori immortalati da innumerevoli film. Lo ha deciso la polizia metropolitana della capitale, che dal 15 febbraio mettera’ in pratica – inizialmente in via sperimentale – il bando assoluto al fumo nelle sale adibite agli interrogatori, dove fino a oggi ha regnato la ‘sigaretta selvaggia’, sia per i poliziotti che per gli indagati. Le nuove misure tengono comunque in considerazione gli appassionati del tabacco, ai quali sara’ concesso di rifugiarsi a fumare in apposite sale durante le pause. Il provvedimento non ha tuttavia un carattere esclusivamente salutista: se la motivazione ufficiale e’ ‘limitare i danni alla salute’ soprattutto causati dal fumo passivo, la polizia intende scoraggiare tra i suoi addetti la pratica di ‘allungare’ una sigaretta ai sospetti durante i colloqui. Secondo il nuovo ordinamento in vigore da aprile, infatti, questa condotta sara’ considerata un trattamento di favore nei confronti degli indagati da parte delle forze dell’ordine. Il Giappone, ex impero del tabagismo, ha da tempo dichiarato guerra al tabacco, approvando negli scorsi anni una serie di leggi che limitano pesantemente il fumo in ambienti pubblici, come stazioni ferroviarie e interi quartieri di grandi metropoli.