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Un altro duro colpo alla guerra alla droga impostata dal Governo messicano sul modello repressivo e proibizionista. Secondo i dati ottenuti dall’agenzia di stampa Associated Press, dei 226.667 arresti per droga dal dicembre 2006 al settembre 2009, meno di un quarto è stato incriminato e solo il 15% é giunto a sentenza (di questi non e’ dato sapere quanti siano stati condannati o assolti).
“E’ praticamente un rituale quotidiano: persone accusate di traffico di stupefacenti e di omicidio, incatenate e piene di lividi per essere stati picchiati (dalla polizia), vengono mostrate ai media per dimostrare che il Messico sta vincendo la guerra alla droga. Ma una volta che le luci della tv sono spente, circa tre quarti di queste persone vengono rilasciate”. Comincia cosi’ il lungo pezzo dell’Associated Press. “Anche se il presidente Felipe Calderon esalta il numero degli arresti, le accuse costruite dai magistrati e dalla polizia -sotto l’enorme pressione politica che spinge le autorità ad arrestare senza indugi- crollano per mancanza di prove. Persone innocenti sono torturate per ottenere confessioni. Le persone colpevoli sono rilasciate, per poi essere arrestate nuovamente per altri reati. A volte sono proprio i cartelli della droga a decidere chi deve essere arrestato”.