“Dietro il conservatorismo wahabita che si vede nelle strade, la vita notturna dei giovani in Arabia Saudita è vitale e palpitante”, si legge in un rapporto scritto nel novembre del 2009 dal console statunitense di Jeddah, la seconda città più grande del paese.
“Tutta la gamma di possibili vizi e tentazioni è a disposizione delle persone – alcol, droga, sesso – ma solo a porte chiuse. Questo genere di libertà e indulgenza è possibile solo perché la polizia religiosa si tiene a distanza dalle feste a cui partecipano membri della famiglia reale saudita o del loro circolo di amici e sodali”. Simili privilegi, insomma, sono solo alla portata dei giovani più altolocati. Per quanto con 10mila persone che possono dirsi a vario titolo membri o sodali della famiglia reale, non è difficile per i giovani sauditi trovare qualcuno che possa organizzare una festa ogni weekend e proteggerli dalla polizia religiosa.
Il rapporto cita in particolare una festa tenuta durante la notte di Halloween dell’anno scorso, capace in un solo colpo di infrangere moltissimi dei divieti imposti dalla legge islamica vigente nel paese. Abbondanza di bevande alcoliche, la cui vendita e consumo è reato. Presenza di prostitute, e la prostituzione è reato. Consumo di droghe, e consumare droghe è reato. Balli e musiche occidentali, anche questi reato. Presenza nella stessa stanza di uomini e donne non sposati, che ballano insieme o che hanno rapporti sessuali. L’organizzatore della festa sarebbe stato un principe della famiglia Al-Thunayan, e il rapporto suggerisce che la sua identità dovrebbe essere tenuta segreta. Alla festa avrebbero partecipato più di 150 persone, la maggior parte di età compresa tra i venti e i trent’anni.
“Per quanto la legge e i costumi sauditi lo proibiscano, il bar della festa era pieno di alcolici. Molte delle ragazze che partecipavano alla festa erano accompagnatrici, come spesso avviene in questo genere di serate. L’intera scena era molto simile a quello che si potrebbe vedere in un nightclub, ovunque fuori dal regno”
Insomma, scrive il console, i giovani sauditi godono di una certa e relativa libertà sociale, e ne approfittano: ma mai in pubblico, e solo se sono abbastanza ricchi. Feste come quella di Halloween del 2009 sono un fenomeno nuovo, a Jeddah, ma ormai frequente.