Il Messico ha ormai superato l’emergenza sanitaria della nuova influenza, mentre qualche buona notizia proviene persino dal fronte del superamento della crisi economica internazionale. Il colosso dell’America latina (insieme al Brasile) non riesce invece ad affrontare con risultati concreti la sfida del narcotraffico.
Sono anzi ormai quotidiane le notizie su stragi, crimini e decapitazione delle vittime delle gang.
L’ultimo eccidio e’ di ieri: almeno 18 persone sono state uccise da un gruppo armato in un centro di recupero per tossicodipendenti a Ciudad Juarez, citta’ a ridosso della frontiera degli Stati Uniti, sicuramente tre le metropoli piu’ pericolose al mondo.
‘Il bilancio finale della strage potrebbe essere ancora piu’ grave’, hanno riferito i media locali, rilevando che Ciudad Juarez e’ da tempo teatro di scontri mortali fra cartelli messicani che riforniscono di droga il mercato americano, primo cliente mondiale di cocaina.
Nel paese c’e’ una guerra dichiarata e aperta tra bande di narcotrafficanti e tra questi e la polizia, conflitto che ha provocato oltre 10 mila morti dal primo gennaio 2008, nonostante il dispiegamento di 36 mila soldati e poliziotti nell’intero Paese.
Tra stragi, minacce, sequestri e omicidi, i numerosi cartelli e organizzazioni del narcotraffico stanno mettendo alle strette il governo del presidente, il conservatore Felipe Calderon, mentre il delicato ‘dossier-narcos’ e’ anche al centro dei rapporti tra Citta’ del Messico e Washington.
Sul primo fronte, sono di qualche ora fa le dichiarazioni di Calderon, il quale ha difeso la propria strategia nella lotta contro il crimine organizzato, rilevando tra l’altro che proprio Ciudad Juarez e’ la priorita’ sul fronte della sicurezza nel paese.
Il presidente ha tra l’altro ricordato che negli ultimi mesi sono stati presi ’70 capi di rilievo dei cartelli e circa 80 mila persone’ che in un modo o in un altro avevano rapporti con i narcos.
I partiti dell’opposizione hanno pero’ contestato le argomentazioni del capo dello Stato: nonostante gli arresti e la creazione di un nuovo corpo della polizia, l’ondata di violenza non si arresta e gli omicidi e la presenza delle mafie della cocaina si e’ anzi allargata – sottolinea l’opposizione – anche in alcune aree del paese che finora erano rimaste immuni, o quasi, ai narcos.