L’emergenza Coronavirus ha profondamento segnato le vite di tutti, ha modificato abitudini, modo di lavorare e di comunicare. Anche il mondo penitenziario ha subito gli effetti della pandemia e ha dovuto adattarsi a una nuova normalità fatta purtroppo di chiusure al mondo esterno e di un ancor più marcato isolamento delle persone detenute. Nel suo XVII rapporto, “Il carcere oltre il virus”, presentato l’11 marzo, Antigone analizza gli avvenimenti dell’ultimo anno dal punto di vista del sistema penitenziario.
Nonostante le numerose misure precauzionali il Coronavirus si è manifestato anche all’interno degli istituti penitenziari; durante la prima ondata in maniera relativamente contenuta (il picco massimo è stato di 160 detenuti positivi) mentre a dicembre, in piena seconda ondata, i detenuti positivi sono arrivati a essere più di 1.000. Fra gennaio e marzo 2021 il numero dei contagi è tornato a scendere e al 9 marzo 2021 le persone positive al Coronavirus erano 468 fra i detenuti, 612 fra gli agenti di polizia penitenziaria e 48 fra lo staff amministrativo. Fra i detenuti, il totale dei decessi per Covid è di 18 persone. Il numero di positivi su 10.000 è molto più alto in carcere che nella popolazione libera: nel febbraio 2021, i positivi per 10.000 detenuti erano 91,1, rispetto alle 68,3 persone per 10.000 nella popolazione libera.
A causa della pandemia il sovraffollamento delle carceri è diventato un problema di salute pubblica per via della fragilità della popolazione detenuta e della velocità con cui le malattie infettive si propagano all’interno degli istituti penitenziari. Ridurre il numero dei detenuti è stato necessario per creare spazi per le quarantene e diminuire il numero di detenuti per cella. Se un anno fa i detenuti erano 61.230, al 28 febbraio 2021 sono 53.697, per una diminuzione del 12,3%. Numeri così bassi non si vedevano dal 2015. Tuttavia, nonostante la riduzione di oltre 7.000 detenuti, il tasso ufficiale di affollamento rimane ancora alto, il 106,2%. E questo non include i posti temporaneamente non disponibili, che sono presumibilmente circa 4.000, il che porta il tasso di affollamento al 115%.
La composizione della popolazione detenuta al 31 gennaio 2021 comprende 17.291 stranieri, che rappresentano il 32,5% dei detenuti, percentuale stabile negli ultimi anni. Le donne sono 2.250 e rappresentano da anni circa il 4% dei detenuti. Tra gli italiani, le regioni di provenienza prevalenti corrispondono alle regioni più povere del paese. I minori detenuti nei 17 IPM sono 281 mentre un anno fa erano 374.
Nel 2020 sono stati 61 i suicidi all’interno delle carceri italiane, che corrispondono a un tasso di 11 casi ogni 10.000 detenuti, il più alto da quasi 20 anni. I casi di autolesionismo registrati dall’Osservatorio di Antigone sono 23,8 ogni 100 persone.
L’area penale comprende anche le misure alternative alla detenzione. Al 15 febbraio 2021, sono 61.589 le persone che stanno scontando una misura alternativa alla detenzione. Purtroppo, le misure alternative non sembrano contribuire a diminuire il numero dei detenuti. Anzi, l’area del controllo penale si è ampliata, dato che nel 2015 c’era lo stesso numero di detenuti di oggi ma c’erano meno persone in area penale esterna.
Uno sviluppo positivo è rappresentato dall’utilizzo della tecnologia, da sempre bandita o severamente limitata all’interno degli istituti penitenziari. Infatti, mentre prima dell’emergenza Covid-19 solo in pochissimi istituti penitenziari era possibile effettuare video-colloqui con i familiari, attualmente nella quasi totalità degli istituti visitati dall’Osservatorio di Antigone esiste questa possibilità, in alcuni casi addirittura con cellulari acquistati dall’Amministrazione Penitenziaria. In alcuni istituti la tecnologia è stata utilizzata anche per le attività educative, ma spesso questo non è stato possibile a causa della scarsità di mezzi e di reti internet adeguate.
Fra le proposte di Antigone ci sono maggiori investimenti nelle misure alternative alla detenzione e il potenziamento delle reti internet e dei mezzi tecnologici per dare maggiori opportunità alle persone detenute.
Vai al rapporto di Antigone: https://www.rapportoantigone.it/diciassettesimo-rapporto-sulle-condizioni-di-detenzione/