GRAVESANO – Chi fuma uno spinello non verrà più denunciato ma dovrà solo pagare una multa. Una decisione storica, quella di ieri del Consiglio nazionale, che sembra andare nella direzione della liberalizzazione della canapa. Ma è veramente così? L’abbiamo chiesto a colui che probabilmente è, ed è stato, il più grande difensore della canapa in Ticino, il dottor Werner Nussbaumer.
Dottore, lei come legge la decisione del Consiglio nazionale?
“Chiaramente si va verso una depenalizzazione delle droghe leggere, in quanto è assurdo che un procuratore pubblico debba fare una denuncia per uno che si fa uno spinello. Questo va anche nella direzione del concordato che è stato firmato con i cantoni romandi sull’uso della canapa, che permette di coltivare quattro piante.”
Però il concordato prevede un tenore massimo di THC dello 0,3%.
“No, prevede un THC alto. Perché altrimenti nessuno la coltiverebbe. Se uno si fa uno spinello con un tasso dello 0,1% non va tanto distante. Uno non coltiva le piante per farsi una camicia, ma per fumarle.”
È quindi un primo passo verso la liberalizzazione o solo un modo per sgravare le forze dell’ordine da alcuni dei loro compiti?
“Purtroppo sappiamo che spendiamo decine di milioni all’anno in Svizzera per pagare poliziotti e procuratori pubblici che non fanno nient’altro che occuparsi di fumatori e piccoli spacciatori di marijuana. È assurdo perché sappiamo benissimo che la criminalità è altrove.”
Quindi la nuova legge è stata pensata solo per risparmiare?
“Secondo me si inserisce in una corrente più ampia. Dal 1° luglio dell’anno scorso si può prescrivere la canapa medica. Questo è stato un ottimo primo passo. Poi c’è un rapporto delle Nazioni Unite molto importante, che è praticamente un SÌ alla liberalizzazione delle droghe leggere, come LSD e canapa. Nella commissione che lo ha elaborato ci sono personalità come Kofi Annan, Mario Vargas Llosa e Javier Solana. Il loro rapporto, presentato nel giugno dell’anno scorso, dichiara il fallimento della guerra globale alle droghe, che ha portato solo devastanti conseguenze per gli individui e le società del mondo. Quindi si cerca di rompere questo tabù invitando i governi nazionali ad assumere modelli di legalizzazione e regolamentazione delle droghe, al fine di indebolire il potere delle organizzazioni criminali e salvaguardare la salute dei loro cittadini.”
Però il popolo svizzero si era espresso contro la legalizzazione della canapa.
“Sì, ma si sono resi conto che la lotta ai consumatori non ha portato a niente. L’hashish deve essere trattato al medesimo livello di alcol e sigarette, perché il consumo eccessivo fa male, quello moderato no. Anche 10 litri di acqua al giorno fanno male: allora bisognerebbe combattere l’acqua. Non c’è nemmeno una motivazione medica per criminalizzare queste persone. Anzi uno studio ha dimostrato che chi fuma gli spinelli migliora il proprio sistema polmonare. Nella cannabis ci sono moltissime sostanze, tutte da studiare, che possono far bene non solo ai polmoni ma a tantissime altre cose.”
Però lei è d’accordo che sulla salute psichica dei soggetti più fragili, o delle persone in crescita, la cannabis può avere effetti dannosi?
“No, il problema in quei casi è che uno parte già handicappato. Quindi non è il fatto che fuma cannabis, ma il fatto che lui ha disturbi psichici.”
Che non possono essere peggiorati dall’uso di cannabis?
“Non possono essere peggiorati, se uno ne fa un uso moderato. Chiaro che se uno si fuma 10 canne al giorno il discorso è diverso. Ma se una persona è “normale” non gli succede niente. Se invece una persona è psichicamente fragile, i suoi problemi psichici non sono dovuti alla cannabis ma alla sua psiche. Quella persona cerca nella cannabis, o in altre sostanze, un modo per stare meglio. Ma la cannabis non è la causa, la causa è a monte.”
Questo discorso vale anche per la cannabis prodotta in coltivazioni indoor?
“Certo. Come dico, il risultato di questi studi dimostra che ci deve essere un danno prima, non è la cannabis che lo crea. È come uno che beve due bicchieri di vino al giorno: non avrà mai un tumore al fegato. Se gli venisse, non sarà dovuto al vino ma a una malattia che aveva già. Non per niente i centenari bevono tutti un bicchiere di vino rosso al giorno. Io ho una paziente di 103 anni che se gli togli il suo bicchierino di rosso sono guai.”
E la 103enne fuma anche?
“No, però ce n’era una in Francia che è arrivata a 113 anni fumando. Poi è chiaro che il fumo e l’alcol sono responsabili di molti decessi, ma erano persone che hanno abusato. Io quando sono arrivato a 25 sigarette al giorno ho smesso. Mi sono detto: tu non sei capace di fumare, se vai avanti così a 60 anni non ci arrivi. E allora ho smesso. Ma se uno fuma una o due sigarette al giorno non avrà nessun problema. Se uno vive a Milano, per esempio, è come se si fuma 10 sigarette al giorno.”
Tornando al cambiamento di legge. Oggi la legge impone che chi è beccato a fumare uno spinello venga denunciato ma la prassi è diversa, perché spesso i poliziotti chiudono un occhio per non dover stare lì a riempire verbali su verbali. Non crede che la multa renderà loro il compito più facile e che quindi più consumatori verranno fermati? Diventa veloce come fare una multa di posteggio.
“Non penso perché anche i poliziotti sono uomini, hanno anche loro figli e si rendono conto che chi fuma uno spinello non è un criminale. Un conto è uno che posteggia dove non può o che va a 20 km/h in più mettendo in pericolo la vita degli altri, ma uno che fuma uno spinello non fa male a nessuno, non è pericoloso. Quindi non vedo perché debba pagare 100 franchi.”
Quindi lei sarebbe contrario anche alla multa?
“Sono assolutamente contrario a tutte le sanzioni e lo sono sempre stato. Noi dobbiamo lasciare bere un bicchiere di vino, fumare una sigaretta o uno spinello a chi lo vuole fare senza nessun problema. Così risparmieremmo milioni e potremmo utilizzarli per la prevenzione, per spiegare ai giovani che un uso eccessivo fa male alla salute. Ma è come per la medicina. Io da anni combatto per la medicina preventiva piuttosto che la medicina curativa. Purtroppo al giorno d’oggi spendiamo miliardi in medicamenti quando potremmo spendere molto meno facendo prevenzione.”
Quindi questa decisione è un buon primo passo ma ce ne sono ancora tanti da fare.
“C’è ancora molto da fare, però il rapporto dell’ONU mi dà molta fiducia che il mondo sta cambiando.”
Ci sono anche segnali che vanno nel senso opposto. In Olanda, per esempio, le leggi sono state inasprite di recente.
“Sì, leggermente più severe ma il principio rimane. Lì hanno il problema che arrivano gli stranieri da tutte le parti. Il problema deve essere risolto a livello mondiale ma ora che lo dice anche l’ONU, che una volta criticava la Svizzera per la sua politica della droga, penso che si andrà nella direzione giusta. È una questione di rendersi conto che non possiamo più dare da mangiare a tutti questi narcotraffici.”
Però la decisione presa oggi non cambia nulla a livello di narcotraffici. Anzi, sarà ancora più difficile rintracciare gli spacciatori visto che non verranno messi a verbale i consumatori.
“È appunto per quello che dico che bisogna cambiare completamente e a quel punto sparirebbero gli spacciatori. Non vinceremo mai la lotta contro lo spinello, ma almeno lo terremo sotto controllo.”
Ma questa decisione, nella situazione attuale, non è un favore agli spacciatori?
“Secondo me i grandi spacciatori non sono mai stati presi, si è sempre beccato solo i piccoli spacciatori. Ma d’altra parte gli spacciatori ci sono perché c’è chi fuma. A Lugano c’è la cocaina perché c’è Bignasca.”
Non è l’unico consumatore, penso…
“Sì, ma finché ci sono i consumatori ci sono anche gli spacciatori. E Lugano è una delle città dove ci sono più cocainomani al mondo.”
Secondo lei chi spaccia canapa, nella situazione attuale almeno, deve essere perseguito?
“Io sono contrario a qualsiasi forma di criminalizzazione. E come chi vende il vino: perché dovrebbe andare in galera? Non deve più esistere nessuna criminalizzazione su chi procura queste sostanze.”
Scusi se insisto. Oggi lo spacciatore fa grandi guadagni e non paga le tasse. Va perseguito?
“L’abbiamo fatto diventare un criminale noi perché non abbiamo le leggi giuste. Ripeto, la canapa non è una droga pesante e non deve essere criminalizzata, né chi la consuma né chi la vende. Per me non deve andare in galera nessuno, basta regolamentare la cosa come dice la commissione dell’ONU.”
Anche se la decisione di oggi non rispecchia esattamente quello che dice l’ONU.
“Aspettiamo i prossimi passi per poter vivere in pace, senza criminalizzare inutilmente.”
Ma se si giungesse a una liberalizzazione, il mercato nero sparirebbe?
“Certo, subito. È per quello che i più grandi fans dei giudici sono i criminali.”
Ma se le tasse saranno alte, come è probabile, il mercato nero continuerà ad esistere.
“Se le tasse sono normali sparisce il mercato nero. Ma appena i prezzi diventano troppo alti artificialmente ricomincia il mercato nero. Come per le sigarette: se le aumentassero a 10 franchi la gente andrebbe a comprarle sul mercato nero, già adesso siamo quasi al limite. Per cui lo Stato deve essere intelligente, tassare la canapa giustamente e usare i soldi per l’AVS, per esempio. La canapa in sé non costa niente. Coltivare la canapa è come coltivare l’insalata. Ma se poi la si fa pagare troppo si ricrea il mercato nero.”
A quanto ammonterebbe una tassa “giusta”?
“Attualmente non si parla di tasse perché non è ancora liberalizzata. Quando arriverà il momento si deciderà, ma penso che ognuno pagherà secondo quanto mette sul mercato. Comunque bisogna prima liberalizzarla.”
Ma se lo facesse la Svizzera da sola, non teme un ritorno del turismo della canapa?
“Noi siamo diventati ricchi grazie al segreto bancario, che non c’è in Italia. Se noi siamo intelligenti potremmo arricchirci anche con la canapa.”
Non avrebbe nulla di contrario a un turismo della canapa?
“No, la clientela va dove c’è la miglior canapa. Noi il whisky lo prendiamo in Scozia, le arance in Sicilia, il vino in Italia o Francia perché è migliore che qui. Ci sarebbe un commercio internazionale con canapa di ottima qualità, perché il Ticino ha un’ottima potenzialità, e si creerebbero tantissimi posti di lavoro.”
“Ci sentiremo tra un paio d’anni e sono sicuro che avremo fatto qualche passo in avanti. Io le mie battaglie le vinco sempre, perché sono battaglie giuste e intelligenti. Non ho interessi particolari, non la coltivo e non la vendo, ma parlo da uomo libero e indipendente che vede i disastri del proibizionismo. Lo dico da 30 anni ed ho sempre pagato per quello che ho detto.”