Dunque i dati sono confermati: in Colorado gli adolescenti di età compresa da 12 a 17 che fanno uso di marijuana sono diminuiti dopo la legalizzazione dell’uso ricreativo. I numeri della ricerca nazionale su droga e salute pubblicata dal Dipartimento di Stato per la Salute e i Servizi Sociali degli Usa sono stati commentati dalla prestigiosa testata americana Washington Post.
In Colorado i consumi di marijuana fra gli adolescenti sono sempre stati molto alti, ma grazie alla legalizzazione sono in deciso calo, dal 20,81% al 18,35%, quasi un 12% di calo, numeri statisticamente significativi. Per gli adulti i consumi sono leggermente aumentati ma la cosa non crea alcun allarme. Come sappiamo infatti i rischi per la salute dell’uso di marijuana sono molto più marcati per gli adolescenti nei quali un uso frequente ed abbondante può interferire sulla crescita, mentre per gli adulti sono paragonabili o molto minori a quelli causati dall’uso di altre sostanze come alcol o tabacco e molto legati alle modalità di consumo. Inoltre può aver pesato sull’aumento negli adulti la rimozione dello stigma dovuta alla legalizzazione, che può aver favorito la sincerità degli intervistati. I motivi di una calo così significativo negli adolescenti possono essere molti, sicuramente la diminuzione del mercato illegale, le campagne di prevenzione finalmente libere da pregiudizi e falsi miti e le regole imposte sui limiti di età per l’acquisto hanno giocato un ruolo importante.
Le notizie importante sono molte: maggiori entrate fiscali, meno arresti, come abbiamo più volte ricordato. Insomma si comincia a poter tirare le fila anche dell’industria che la legalizzazione ha creato, grazie anche ad alcuni studi che trovate scaricabili in fondo all’articolo.
Secondo uno studio del Marijuana Policy Group, una società di consulenza economico-finanziaria, si contano più di 18.000 nuovi posti di lavoro nel solo 2015, con un volume di affari, indotto compreso, di quasi 2,5 miliardi. Un mercato, quello della cannabis regolamentata, fatto di lavori veri che producono reditti trasparenti e tassati, sicurezza sociale ed, in ultima istanza, fa emergere PIL da quell’illegalità che caratterizza i paesi proibizionisti come l’Italia.
Infine va segnalato come la Drug Policy Alliance ha pubblicato di recente un rapporto sui vantaggi sociali che la legalizzazione ha prodotto negli Stati Usa, aggiornando le informazioni sulla diminuzione dei reati legati alla droga, degli incidenti stradali ed il volume degli introiti derivanti dalla tassazione.