La Corte Costituzionale ugandese ha dichiarato nulla la più recente legge sulle droghe del paese africano, approvata dal parlamento nel 2015. A seguito di un ricorso promosso nel 2017 da Wakiso Miraa Growers e Dealers Association Limited in rappresentanza dei coltivatori di foglia di Khat (chiamata localmente anche Miraa) infatti, la superma corte dell’Uganda ha rilevato un vizio nell’iter di approvazione delle modifiche alla normativa sugli stupefacenti, decidendo quindi per il loro annullamento.
I coltivatori avevano contestato l’inserimento della Khat fra le sostanze vietate, perchè fatto senza alcuna evidenza scientifica, consultazione e ledendo quindi i principi di legalità, uguaglianza, razionalità e proporzionalità previsti dall’ordinamento giuridico ugandese.
In effetti la Corte ha deciso che al momento dell’approvazione in aula non era stato verificato il quorum previsto dal regolamento e dalla Costituzione. La Khat non era oggetto di un singolo provvedimento separato ma era inclusa nella lista delle sostanze regolate dalle modifiche che il Narcotic Drugs and Psychotropic Substances Act approvato nel 2015 aveva introdotto. Così l’intero provvedimento è stato annullato.
Vincent Kizito, in rappresentanza dei firmatari, ha sottolineato la decisione come una grande vittoria per gli agricoltori di khat. “I nostri membri – ha dichiarato a Nation – sono stati arrestati, aziende distrutte e molti altri hanno perso proprietà. In seguito all’emanazione della legge, le nostre attività sono state paralizzate perché non potevamo più esportare e vendere liberamente, ma abbiamo abbastanza ricerche scientifiche per dimostrare che la khat non è pericolosa”.
Decaduta la normativa del 2015, resta in vigore quella del 1993. La polizia ugandese non ha perso tempo e ha sottolineato come manterrà “un approccio di tolleranza zero al consumo di sostanze proibite” dalla legge preesistente. Lo scorso anno sono stati segnalati 2.797 casi legati agli stupefanti, un aumento del 67,/% rispetto ai 1.668 casi segnalati nel 2021. Un totale di 4.818 sospetti sono stati arrestati e incriminati, inclusi 137 minorenni. La cannabis è sempre stata la sostanza più consumata, seguita dalla cocaina.