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Gli studenti, negli ultimi tempi, non sono più così tranquilli se nel loro zainetto c’è qualche sostanza illegale. Questa indagine, che ha comportato il carcere o limitazioni della libertà personale per 14 persone, è il secondo duro colpo che i carabinieri della Compagnia di Tolmezzo assestano all’attività di spaccio che avviene tra i giovanissimi, anche nelle scuole. A fine aprile, infatti, si era diffusa la notizia di un’altra importante operazione: il baricentro, in quell’occasione, erano stati gli istituti della Carnia e del Tarvisiano, ma i protagonisti erano sempre gli studenti. Gli investigatori avevano scoperto che la droga circolava a scuola come fosse una merendina. I ragazzi la portavano in classe con disinvoltura e la consumavano persino a ricreazione. Dopo pedinamenti, intercettazioni e controlli incrociati, sei minorenni erano finiti agli arresti domiciliari per spaccio, altri 17 ragazzi (di cui 9 minorenni) erano stati denunciati e altre 45 persone segnalate alla Prefettura. Il consumo era assiduo e non avveniva solo negli istituti, ma anche durante attività sportive extrascolastiche, per esempio durante una giornata sugli sci oppure di fronte a un locale alla moda. I militari dell’Arma, coordinati dalla dottoressa Valentina Bossi della procura per i minorenni di Trieste, avevano posto particolari cautele nel loro lavoro. Perchè questa volta l’obiettivo non era dare la caccia a una banda di narcotrafficanti, bensì delineare, in tutta la sua gravità, un fenomeno preoccupante, che troppe volte passa inosservato e che invece, in alcuni casi, riesce a segnare in maniera estremamente negativa una giovane vita: la diffusione nella scuole e nei centri di aggregazione delle cosiddette “droghe leggere”, marijuana e hascisc. Sostanze che in verità hanno effetti “pesanti” sulla salute, considerando che generano dipendenza psichica e fisica. Il giro che si era creato nei due istituti era davvero imponente. I carabinieri hanno documentato centinaia di episodi di spaccio: i ragazzi si muovevano serenamente, alla luce del sole, certi del fatto che non avrebbero subìto alcun tipo di controllo, nè da parte dei familiari, nè da parte delle autorità scolastiche. Tanto che, durante una festa di Capodanno, sono riusciti a consumare anche 2 etti di stupefacenti. Tra i giovani spacciatori c’erano anche i figli di famiglie benestanti e particolarmente stimate in Alto Friuli. I genitori avevano dovuto accompagnare i ragazzi in caserma ed ascoltare storie che non avrebbero mai potuto immaginare.