Hamid Reza Hassanabadi, capo dei servizi antinarcotici iraniani, ha annunciato che nei primi quattro mesi dell’anno (l’anno persiano inizia il 21 marzo) sono stati arrestati in 896 operazioni 76mila trafficanti e spacciatori di sostanze stupefacenti. Hassanabadi ha anche aggiunto che nelle ultime due settimane 36 trafficanti sono stati impiccati, mentre 145 sono morti in conflitti a fuoco con le forze di sicurezza. Negli ultimi quattro mesi sono stati sequestrati 185mila chili sostanze stupefacenti di vario tipo. La Repubblica Islamica è il paese dove transita gran parte dell’oppio prodotto in Afghanistan. Hassanabadi ha avuto parole molto dure per le forze della Nato presenti in Afghanistan, che a suo dire “non fanno nulla o ben poco per contrastare la produzione e l’esportazione di oppio. L’Iran – ha aggiunto – spende ogni anno oltre 600 milioni di dollari nella lotta contro il narcotraffico”. Negli ultimi 30 anni, oltre 3500 agenti del narcotraffico iraniano hanno perso la vita negli scontri con le bande di trafficanti di stupefacenti. Intanto, il sito ‘Tabnak’, vicino all’ex comandante dei Pasdaran, le Guardie della Rivoluzione, attacca duramente il presidente afghano Hamid Karzai, accusandolo indirettamente di essere coinvolto nel narcotraffico. Secondo ‘Tabnak’, il fratello del presidente, Ezzatullah Wasifi, è stato in passato arrestato negli Stati Uniti insieme alla moglie Fereshteh Behbahani per detenzione di stupefacenti. Wasifi, sempre secondo ‘Tabnak’, sarebbe a capo “di una delle più importanti bande di narcotraffico del mondo”, con un fatturato che “supera mille miliardi di dollari l’anno. Wasifi, attraverso la moglie che risiede a Los Angeles, ha stabilito rapporti anche con clan di narcos latinoamericani”, accusa infine il sito.