LONDRA – Legalizzare la marijuana aiuterebbe lo stato britannico a ridurre considerevolmente il suo deficit. Lo afferma un rapporto dell’Institute for Social and Economic Research, pubblicato stamane in prima pagina dal quotidiano Independent di Londra. Secondo uno studio compiuto dall’University of Sussex, il ricavo complessivo che si otterrebbe dalla legalizzazione e dalla tassazione dell'”erba” raggiungerebbe 1 miliardo e 250 milioni di sterline l’anno, circa 1 miliardo e mezzo di euro.
La ricerca stima che il Regno Unito risparmierebbe fino a 300 milioni di sterline l’anno per la riduzione delle spese per perseguire e processare il traffico di cannabis, mentre le entrate per il fisco dalle vendite legalizzate di marijuana, su cui lo stato incasserebbe una tassa come avviene per esempio per tabacco e alcolici, porterebbero da 400 a 900 milioni di sterline l’anno. Lo studio afferma inoltre che la tesi secondo cui una legalizzazione della marijuana causerebbe un incremento dell’uso di droghe più pesanti è “fortemente esagerata” e che non ci sarebbero “danni significativi” per la salute pubblica.
Non ci sono piani da parte del governo conservatore britannico, né iniziativa da parte dell’opposizione laburista, di presentare proposte per legalizzare le droghe leggere, come invece è avvenuto di recente in alcuni Paesi dell’America Latina. “Ma in tempi di crisi economica è essenziale esaminare le possibilità di una politica sulla droga che sia più efficace e redditizia”, commenta Amanda Feilding, direttrice della Beckley Foundation, una fondazione che si batte per riformare le scelte pubbliche relative alle droghe leggere e che ha commissionato il rapporto. “Le nostre attuali politiche basate sul probizionismo si sono dimostrate fallimentari ad ogni livello. I consumatori non sono protetti, una delle maggiori industrie del mondo viene lasciata in mano alla criminalità organizzata, milioni di consumatori vengono criminalizzati, si creano violenza e instabilità, particolarmente nei paesi produttori e in quelli di transito”.