La guerra globale alla droga “e’ fallita” e i Paesi del mondo dovrebbero valutare l’ipotesi di legalizzare la marijuana, per indebolire la criminalita’ organizzata. Sono le raccomandazioni contenute nel rapporto della Commissione globale per le politiche sulla droga, di cui fanno parte Kofi Annan e numerosi ex capi di Stato, in cui si esorta a trattare la droga come una “questione sanitaria”.
Per il rapporto serve un nuovo approccio per ridurre il consumo che sostituisca la strategia di criminalizzazione delle droghe e l’arresto dei consumatori. In sostanza, “vanno cambiati radicalmente i sistemi usati finora dagli Stati e dagli organismi internazionali per contrastare la tossicodipendenza” e “i tossicodipendenti devono essere trattati come pazienti”. Queste le conclusioni ufficializzate oggi in una conferenza stampa a New York.
“Le conclusioni e le proposte che vengono dalla ‘Global Commission on drug policy’ confermano, se ancora ce ne fosse bisogno, il fallimento delle politiche proibizioniste”. E’ quanto sottolinea il segretario dei Radicali, Mario Staderini, per il quale “il proibizionismo non funziona e non conviene, provocando immensi costi civili, economici, e sociali; e’ una forma di repressione sociale di massa che garantisce fiumi di denaro a terrorismo e narcomafie”.
Staderini, a tal proposito, ricorda che “solo in Italia sono oltre 20 i miliardi di euro assicurati alla criminalita’ dalla droga proibita, mentre quattro milioni sono i consumatori trasformati in criminali, 250.000 gli spacciatori e 28.000 i detenuti per violazione della legge sugli stupefacenti. Da anni – lamenta il segretario radicale – questi dati non possono essere conosciuti e discussi dall’opinione pubblica”.
“Sono totalmente disinformati, non e’ vero che la lotta al consumo di droga e’ fallita”: cosi’ il sottosegretario con delega alle tossicodipendenze Carlo Giovanardi commenta all’ANSA il rapporto della Commissione globale per la politica sulla droga.
“Il contrasto alla tossicodipendenza – spiega Giovanardi – ha tenuto il consumo, pur sempre preoccupante, a percentuali neanche lontanamente paragonabili, ad esempio, a quella di sostanze come il tabacco. Come spesso viene ricordato, all’inizio del ‘900 il consumo di droga era molto piu’ alto di quanto sia adesso”. Inoltre, continua, “questi signori sono rimasti indietro, gli sono sfuggiti i progressi delle neuroscienze che hanno mostrato i danni cerebrali provocati dalle sostanze stupefacenti, dall’eroina e dalla cocaina ma anche dai derivati della cannabis”.
“L’idea che ci sia la possibilita’ di drogarsi e di andare in giro ‘fatti’, provocando incidenti stradali, danni a terze persone, danni sanitari – continua – non sta ne’ in cielo ne’ in terra. Nelle conferenze internazionali non c’e’ traccia di posizioni come questa. Nessun paese al mondo la assume, e i pochi paesi tolleranti come l’Olanda stanno facendo marcia indietro sull’uso della cannabis”. “E poi che vuol dire legalizzare? Che si puo’ dare la droga ai ragazzini, che la si puo’ diffondere nelle scuole? Un recente studio statunitense fatto su un milione di giovani dimostra che quando c’e’ allarme sui danni provocati dalla droga il consumo cala, mentre quando vengono trasmessi messaggi tolleranti i consumi aumentano” conclude il sottosegretario.
“E’ sulla scia del documento della Fondazione Drug and Democracy degli ex presidenti sudamericani, uscito un anno fa, che proponeva un cambio di paradigma rispetto alla questione droga”: cosi’ Franco Corleone, segretario di Forum Droghe, commenta il rapporto.
Secondo Corleone – che insieme a Grazia Zuffa ha curato l’edizione italiana del volume della Fondazione inglese Transform “Dopo la guerra alla droga. Un piano per la regolamentazione legale delle droghe” – e’ una linea “che si sta sviluppando e che in Italia come Forum Droghe sosteniamo da anni”. “Solo i ciechi – spiega – possono continuare a perseguire una linea come quella della guerra infinita. Occorre immaginare nuove politiche. Nel libro c’e’ un piano di legalizzazione di tutte le droghe, ovviamente una regolamentazione non anarchica e diversa a seconda delle sostanze”.
“Nel mondo – continua Corleone – anche persone che in passato hanno avuto responsabilita’ di governo, e non quindi militanti dei centri sociali, si pongono il problema che questa politica e’ solo a vantaggio delle organizzazioni criminali, produce danni alla salute dei giovani (perche’ si continuano a diffondere sostanze non controllate e pericolose) e una implementazione del sistema penale che provoca emarginazione e riempie le carceri di consumatori e tossicodipendenti. Questo vale in primo luogo per Italia, che e’ alla retroguardia di tutto” conclude.
“Verrà un giorno in cui Giovanardi, Gasparri e Meluzzi dovranno andare in comunità per disintossicarsi dal proibizionismo.” E’ con questa irriverente profezia che il presidente di Radicali Italiani, Silvio Viale, saluta le conclusioni della Commissione globale per la politica sulla droga, il cui rapporto verrà presentato oggi a New York e che raccoglie le posizioni che Marco Pannella e i radicali sostengono da decenni.
Silvio Viale, che è stato eletto al Consigliere Comunale di Torino nel gruppo del PD, ha dichiarato:
“Si tratta di prendere atto dei danni causati delle politiche proibizioniste che continuano ad alimentare una spirale impotente tra i business della droga e dell’antidroga. Non si tratta di negare trattamenti adeguati ma di evitare un danno maggiore per i consumatori e per la società. Di certo dopo il rapporto della Commissione globale per la politica sulla droga nulla potrà rimanere come prima. Del resto il famigerato “kit antidroga gratuito” di Milano non ha portato gran fortuna alla Moratti. In attesa di auspicabili sviluppi legislativi, mi aspetto che si riduca l’ostilità verso le proposte di politiche di riduzione del danno, come ad esempio le narcosale, evitando di limitarsi ad un ciclico abbaiare contro il Tossic Park di turno. In assenza di iniziative legislative adeguate occorre creare subito Agenzie Comunali e Regionali per la riduzione del danno.”