“C’è solo un numero limitato di studi clinici ben progettati sulla cannabis terapeutica e dobbiamo aumentare la base di studi per supportare i medici”, ha affermato il Ministro in una dichiarazione riportata dalla Reuters. Al momento, sono circa 11.000 i pazienti australiani autorizzati a ricevere preparati a base di cannabis terapeutica, la maggior parte dei quali autorizzati quest’anno. La domanda di prodotti medicinali con cannabinoidi cresce rapidamente ed oggi vi sono 78 aziende autorizzate a coltivare e produrre cannabis terapeutica. Nel 2017 era solo una.
La dichiarazione è stata rilasciata durante un incontro con Olivia Newton-John, la cantante e attrice australiana di origine inglese che è diventata una fervente sostenitrice della cannabis medica dopo la diagnosi di cancro. L’esperienza e gli sforzi di Newton-John hanno contribuito a far luce sui benefici associati alla cannabis medicinale, ha affermato Hunt, aggiungendo che il governo avrebbe lavorato per garantire l’accesso ai pazienti australiani.
La dichiarazione del Ministro è importante perchè si tratta di uno dei primi casi in cui un paese decide di investire fondi pubblici nella ricerca sulla cannabis terapeutica. Un segno che rende ancora più evidente il paradosso italiano, dove la cannabis prodotta dalla Stato, oltre ad essere insufficiente per far fronte alla domanda interna, non viene spesso neanche resa disponibile per la ricerca.