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Lo scorso 11 Giugno è stato pubblicato l’European Drug Report 2024, il consueto rapporto ad opera dell’Osservatorio Europeo sulle Droghe e Tossicodipendenze che, tra vecchie tendenze e nuovi sviluppi, traccia un quadro quanto mai eterogeneo del mercato delle droghe illecite.

Quella del 2024 sarà l’ultima edizione curata dall’Emcdda, la quale, a partire dal prossimo 2 Luglio, assumerà la denominazione di Euda (Agenzia dell’Unione Europea sulle Droghe) e compiti di maggiore incidenza per quanto riguarda analisi, valutazione e ricerca.

Un mercato multiforme e accessibile

Il mercato delle sostanze illecite si conferma multiforme, variegato, nonché caratterizzato da immediata accessibilità. Per il terzo anno consecutivo il sottotitolo scelto per la relazione è, non a caso, Everywhere, Everything, Everyone.
Se, da una parte l’assenza di regolamentazioni costituisce una minaccia alla salute dei consumatori, dall’altra essa favorisce l’ampliamento dell’offerta illegale, in particolare in virtù della capacità dei network criminali di sfruttare digitalizzazione del mercato e moderne infrastrutture di trasporto.
La disponibilità, il volume dei traffici e la competizione tra bande hanno inoltre comportato un fisiologico aumento del tasso di episodi violenti – riscontrati perlopiù nelle aree caratterizzate dalla presenza di centri di produzione, laboratori e raffinerie, nonché a un consolidato ricorso all’affiliazione di minorenni.
I crescenti episodi di policonsumo sottintendono inoltre una doverosa riflessione circa la globale azione di monitoraggio e prevenzione del fenomeno, considerando, nello specifico, il ritorno a livelli pre-pandemici delle patologie correlate all’HIV. La decisione di diversi Stati europei di normare produzione e distribuzione di Cannabis si inscrive così in un’ottica di controllo e riduzione dei rischi, sebbene il dibattito sulla regolamentazione di quest’ultima continui a essere contraddistinto da grandi contrasti riguardo posizioni assunte e soluzioni proposte dai diversi schieramenti politici.

Le sostanze usate in Europa

Con circa 23 milioni di consumatori nell’ultimo anno, la Cannabis rimane la sostanza illecita più diffusa a livello europeo. Secondo le stime, l’1,3% degli adulti nell’Unione europea, ossia quasi quattro milioni di persone, consumano Cannabis quotidianamente. Nel 2022, i sequestri di Cannabis nell’Unione Europea sono stati pari a 468 tonnellate di resina e a 265 tonnellate di infiorescenze, con 609mila reati di consumo o possesso e 98mila reati di traffico.
Nonostante le cifre siano testimonianza di una diffusione capillare, la relazione informa che “resta, tuttavia, la necessità di comprendere meglio i tipi di problemi incontrati dai consumatori di Cannabis, nonché quali siano i percorsi di riferimento appropriati e le opzioni di trattamento efficaci. Si ritiene che la Cannabis sia responsabile di oltre un terzo di tutti i ricoveri per trattamenti tossicodipendenti in Europa. Questo risultato è difficile da interpretare, in parte a causa dell’ampia varietà di interventi forniti ai consumatori di cannabis, che possono includere interventi brevi o rinvii obbligatori da parte del sistema di giustizia penale.” Nel complesso, il numero di ricoveri e trattamenti sanitari legati alla Cannabis non appare tornato al periodo precedente la pandemia, marcando dunque una flessione a partire dal 2019.

La cocaina conferma la sua capillare e prepotente proliferazione: per il sesto anno consecutivo è record di sequestri, per la prima volta nella storia i quantitativi intercettati superano quelli degli Stati Uniti, considerati la piazza principale per consumo e traffico di coca. Su tredici Stati che nel 2021 hanno effettuato rilevazioni, cinque di essi hanno dichiarato un aumento dei consumi. L’elevata produzione europea e la tendenza a dislocare in ambito continentale la fase di estrazione della sostanza rappresentano una conferma della capacità dei narcotrafficanti di operare in un contesto transnazionale, all’insegna dello sviluppo di nuovi metodi e strumenti di commercializzazione. Nonostante la Cannabis rimanga la sostanza illecita maggiormente consumata, è rilevante sottolineare come la cocaina sia quella più frequentemente sottoposta ad analisi da parte dei servizi europei di drug checking. Il dato che appare discordante rispetto al passato riguarda l’estrazione sociale dei consumatori di cocaina, sensibilmente ampliatasi in direzione dei ceti meno abbienti, nello specifico sotto forma di crack.

Al netto della cocaina, l’Europa si conferma un importante produttore di sostanze sintetiche: quello della metanfetamina si attesta come un business sempre più dinamico e mutevole, così come rimane florida la produzione mitteleuropea di catinoni sintetici.

Gli oppiacei continuano a rappresentare la categoria di sostanze maggiormente implicata in casi di poliabuso, patologie e decessi. Come riportato dalla relazione, se le recenti tendenze dei decessi legati agli oppioidi appaiono stabili, la percentuale presso le fasce di età più anziane risultano in aumento. Secondo le ultime stime, nel 2022 l’utilizzo di eroina è stato causa di più di 1800 casi di overdose letali, nonostante in diversi Paesi il consumo si indirizza principalmente verso altre tipologie di oppioidi, come il nitazene, definito “eroina sintetica”. La diffusione di classi di oppioidi sintetiche risulta agevolato dal fatto che queste sostanze, prima del loro sequestro, non risultano inserite in alcuna tabella, rendendo necessaria una costante operazione di aggiornamento, allo stesso modo di quanto accade con le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), sostanze di origine sintetica che mimano l’azione di altre droghe. In generale, riguardo i derivati dell’oppio, è possibile riscontrare la presenza di un quadro più eterogeno rispetto al passato, in particolare a seguito dei cambiamenti occorsi nel sud-est asiatico, il principale fornitore mondiale di oppioidi, laddove l’Afghanistan ha ceduto il posto al Myanmar nel ruolo di primo produttore globale di oppio.

La riduzione del danno in Europa

Un accenno, infine, alla questione relativa alla riduzione del danno. Nel 2022, tutti gli Stati membri dell’UE e la Norvegia disponevano di programmi di ricambio per aghi e siringhe. Eppure, la copertura e l’accesso ad aghi e siringhe rimangono una sfida, al punto che solo cinque dei diciassette Paesi UE hanno raggiunto gli obiettivi di fornitura di servizi secondo gli standard proposti dall’OMS. Riguardo il trattamento sanitario con farmaci agonisti degli oppioidi, si mantiene alto il ricorso al metadone, somministrato in oltre il 55% dei casi. Inoltre, sedici Paesi hanno segnalato lo sviluppo di programmi di distribuzione di naloxone, farmaco salvavita in casi di overdose, e dieci di essi affermano di aver aperto almeno un luogo per il consumo sicuro di droghe per via iniettiva. Il drug checking rimane un servizio attivo in dodici Paesi, mentre, al contrario, gli interventi all’interno delle carceri continuano a mostrarsi carenti: il ricambio di aghi e siringhe è presente solo in Spagna, Lussemburgo e Germania, le terapie a base di naloxone in sette Paesi su diciassette.

Le molteplici sfide poste dai mercati delle droghe illegali, nonché la palese impossibilità di controllo su una zona d’ombra così ampia, richiamano l’urgenza di sviluppare politiche di tolleranza mediate da approccio pragmatico e atteggiamento scientifico, finalizzati alla gestione di un fenomeno sociale reso ancor più pericoloso a causa di divieti e sanzioni.

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