Se vi è un patrimonio simbolo della tradizione democratica dell’Italia è quello delle strutture dell’Arci diffuse sul territorio come un presidio del dialogo, della convivenza, della solidarietà e dello scambio tra generazioni.
Pare che Giovanni Serpelloni, il capo del Dipartimento antidroga, sostenitore della legge Fini-Giovanardi, stia tessendo la sua tela per coinvolgere le Case del Popolo in un progetto di prevenzione dall’uso di droghe rivolto ai giovani.
A Roma circola la voce che Serpelloni abbia incontrato due deputati del Partito Democratico per cercare sostegno alla sua operazione di accreditamento come uomo buono per tutte le stagioni. Non sappiamo se si tratti di due gonzi o di due millantatori. Sappiamo però come il Dipartimento Antidroga abbia ridotto il concetto e l’azione di prevenzione a pura repressione, togliendole qualsiasi significato di tutela della salute: a suon di test antidroga “precoci” e di campagne di propaganda sui “buchi nel cervello” provocati dalla canapa, buoni solo a minare l’autorevolezza degli adulti e il rapporto fiduciario fra genitori e figli; per non parlare delle conseguenze della repressione sulla vita di decine di migliaia di giovani, colpiti da sanzioni penali e amministrative.
Non abbiamo dubbi sulla intelligenza dei dirigenti dell’Arci e sulla loro capacità di respingere smaccate strumentalizzazioni. Tanto è vero che fra pochi giorni inizierà proprio nelle Case del Popolo la raccolta delle firme su tre leggi d’iniziativa popolare su tortura, carcere e droghe, per modificare radicalmente la legge antidroga attuale. Chissà che non vada a firmare anche il dottor Serpelloni, memore del motto “Parigi val bene una messa”?
L’Iconoclasta
PS: ecco la risposta dell’ARCI nazionale:
Leggo con stupore e meraviglia la nota inviatami su di un presunto tentativo, da parte del Dott. Serpelloni, in una interlocuzione con due parlamentari del PD, di aprire un percorso di collaborazione con le case del popolo, patrimonio storico e culturale dell’ARCI.
L’Associazione è del tutto ignara, qualora la notizia avesse un qualche fondamento, dei fatti di cui si parla, nè ha mai affidato un mandato a chicchessia ad interloquire con altri.
E tutto ciò è ancora più paradossale se si tiene presente il costante impegno della stessa ARCI nel contrastare la Legge Fini Giovanardi sulle droghe, responsabile di guasti insaqnabili nel sistema di prevenzione e contrasto alle dipendenze, e che danni ancor più rilevanti ha determinato all’interno delle carceri italiane.
L’impegno dell’ARCI contro questo vero e proprio scempio giuridico e culturale lo si ritrova anche nella sottoscrizione, proposta da Antigone, delle tre proposte di legge di iniziativa popolare sul tema dei diritti e del carcere, una delle quali riguarda direttamente la Legge Fini Giovanardi.
Il dott. Serpelloni, figlio di questa stagione e fiero assertore della validità della legge, non potrà certo contare sulla disponibilità della nostra Associazione.
Le Case del Popolo già costituiscono luoghi di socialità, accoglienza ed inclusione sociale. E non è pensabile che qualcuno possa pensare di strumentalizzare questa ricchezza di uomini, donne e luoghi diffusa sul territorio.Marco Solimano