Tempo di lettura: 2 minuti

Cani antidroga davanti alle scuole, test per studenti, insegnanti, amministratori e politici, palloncino e prelievo dei capelli per chi guida. Dopo i recenti fatti di cronaca, il vicegovernatore del Veneto, il leghista Luca Zaia, e’ un fiume in piena contro ‘l’emergenza droga e alcol’ e spiega all’Ansa il suo pacchetto di proposte, di parte del quale si occupa oggi Il Gazzettino.
Zaia si dice pronto a fare la sua parte sottoponendosi per primo al test: ‘Se vogliamo salvare i nostri ragazzi, gli amministratori e gli insegnanti devono dare il buon esempio – Io sono pronto a farlo. E’ incredibile che il test sia un tabu’: chi ha un ruolo pubblico deve farlo. In tempi di emergenza come questi devono cadere tutte le barriere, a cominciare dalla privacy. Il nuovo governo deve eliminare questi tabu”. A dare lo spunto a Zaia per il suo pacchetto di proposte, sono stati gli ultimi avvenimenti di cronaca, dal caso dello ‘spaccio’ attraverso sms scambiati fra gli studenti delle scuole trevigiane e i loro fornitori, a quello del ragazzo morto dopo essersi sentito male al rave party di Segrate, fino alle tragedie della strada provocate da ubriachi al volante. ‘Un’ auto puo’ diventare un’arma e la patente non e’ un diritto – sostiene Zaia – Se uno non ha i requisiti non deve averla, anche per tutta la vita. Non si puo’ dare la patente a una persona inaffidabile. Perche’ la patente si’ e il porto d’armi no? I giudici applicano le leggi, ma le leggi non le fanno i giudici’.
Secondo il vice di Giancarlo Galan, la battaglia contro chi beve e si droga deve partire dalla scuola anche attraverso il test per gli studenti: ‘Voglio vedere quale famiglia e’ contraria: e’ bene sapere con chi va a scuola tuo figlio.
L’obiettivo e’ il benessere dei nostri ragazzi. Cosi’ salviamo la vita non solo a chi si droga, ma anche ai tanti che muoiono nelle strade per colpa di chi beve e si droga’. E a sostegno della sua proposta, Zaia cita l’esempio della Marca: ‘La provincia di Treviso era la prima in Italia per numero di incidenti stradali, ma grazie all’attivita’ di educazione e prevenzione nelle scuole e’ passata dai 187 del 1998 alla settantina dell’anno scorso. Adesso il problema e’ risolvibile solo con la repressione’.