Un gruppo di agenti di polizia e magistrati brasiliani ha lanciato la proposta di legalizzare la droga in Brasile, dove la lotta per contrastare il traffico di stupefacenti è la principale causa di violenza nel Paese. “Chi muore nella guerra contro le droghe non è il consumatore, ma il poliziotto o il trafficante”, ha affermato l’ex capo di stato maggiore della polizia militare ed ex segretario dei diritti dell’Uomo di Rio de Janeiro, Jorge da Silva in un’intervista al quotidiano “O Dia”.
Cresciuto in una favela di Rio, questo dottore in scienze sociali dell’Università di Rio, considera che la guerra al narcotraffico sia una “lotta persa”. E sulla stessa lunghezza d’onda si trova anche la Leap Brasil (agenti della legge contro la proibizione).
L’associazione è stata creata nel 2010 dal giudice in pensione Maria Lucia Karam, ispirandosi all’americana Leap (Legge antiproibizionista). Per i suoi 63 membri (polizia, giudici e procuratori), solo la legalizzazione del consumo e il controllo della produzione di droghe saranno in grado di frenare la spirale di violenza causato dalla lotta contro il narcotraffico. “Negli Stati Uniti all’epoca del proibizionismo, le violenze sono finite con la depenalizzazione dell’alcool”, ha aggiunto Karam, presidente di Leap.
Secondo un recente studio, il Brasile è il secondo consumatore mondiale di cocaina , dietro gli Usa, con una fetta del 20% del mercato mondiale.