E’ stato presentato oggi, alla sala stampa della Camera dei Deputati il 7° Libro Bianco sulle droghe promosso da La Società della Ragione ONLUS insieme a Forum Droghe, Antigone e CNCA e con l’adesione di CGIL, Comunità di San Benedetto al Porto, Gruppo Abele, Itaca, ITARDD, LegaCoopSociali, LILA, Associazione Luca Coscioni.
I dati in pillole
Il 12 febbraio 2014 la Corte Costituzionale ha abolito la legge Fini-Giovanardi, sancendo il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive introdotte dal decreto Lorenzin. Il VII° Libro Bianco indaga le conseguenze di questo cambiamento normativo, dopo 8 anni di applicazione della legge rivelatasi incostituzionale. Nella passata edizione del libro bianco sulle droghe avevamo già rilevato come la diminuzione di 9.000 detenuti avvenuta nel corso del 2014 fosse stata determinata dal calo dei detenuti per detenzione e spaccio di stupefacenti di circa 5.500 unità.
Questo dato, seppur parziale, confermato anche dai dati 2015, evidenzia il peso sulla giustizia e sul carcere della legislazione antidroga e rende urgente la modifica radicale del Dpr 309/90 per una completa depenalizzazione del consumo di sostanze stupefacenti compresa la coltivazione domestica di canapa, di misure alternative alla detenzione e di programmi di riduzione del danno.
La discussione su forme efficaci di regolamentazione del consumo, della produzione ed il commercio della cannabis è ormai nell’agenda della politica, sia a livello parlamentare che nella società civile.
Gli sviluppi recenti:
– 12.284 dei 45.823 ingressi in carcere durante il 2015 sono stati causati da imputazioni o condanne sulla base dell’art. 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti che punisce la produzione, il traffico e la detenzione di droghe illecite. Si tratta del 26,80% degli ingressi in carcere: un detenuto su quattro entra in carcere perché condannato o accusato di produrre, vendere o detenere droghe proibite. Continua il trend discendente attivo dal 2012, e dunque dall’adozione della famosa sentenza Torreggiani e dall’adozione di politiche deflattive della popolazione detenuta.
– 16.712 detenuti presenti in carcere al 31 dicembre 2015 lo erano a causa dell’art. 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti. Si tratta del 32,03% del totale: un detenuto su tre è imputato/condannato sulla base di quell’articolo della legislazione sulle droghe.
– Entrambi i dati precedenti confermano il ruolo determinante della legislazione sulla droga nelle dinamiche della demografia penitenziaria: quando cresce la popolazione detenuta, è la legge sulla droga che guida le incarcerazioni; quando essa diminuisce è sempre la legge sulla droga che trascina al ribasso le incarcerazioni. Si noti che da quando è iniziato il trend discendente delle presenze in carcere (2010), la popolazione detenuta è diminuita del 23,24% grazie alla diminuzione del 38,77% dei detenuti per art. 73 del DPR 309/90. Tra il 2014 e il 2015 la riduzione di 1.459 unità della popolazione detenuta corrisponde quasi perfettamente alla diminuzione di 1.283 detenuti per art. 73. Anche per questo preoccupa la crescita della popolazione detenuta nei primi cinque mesi di quest’anno (1.709 detenuti in più), cui potrebbe corrispondere un aumento delle incarcerazioni per fatti di droga .
Il circuito repressivo penale:
– 10.751 operazioni di polizia in materia di stupefacenti, il 56,31% del totale, hanno a oggetto i cannabinoidi. 13.360 segnalazioni all’autorità giudiziaria, il 48,20% del totale, riguardano persone trovate in possesso di cannabinoidi. I cannabinoidi costituiscono, dunque, il principale impiego (dispendio) di energie e risorse dell’apparato di polizia e giudiziario impegnato nella repressione penale della circolazione di sostanze stupefacenti illegali.
– solo 2.286 segnalazioni all’autorità giudiziaria su 27.718 (l’8,25% del totale) contestano l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: nel restante 91,75% dei casi abbiamo a che fare con detentori di sostanze di cui non è neanche sospettata l’appartenenza a organizzazioni criminali dedite al traffico di sostanze di stupefacenti.
– tra il 2014 e il 2015 sono diminuiti di 16.025 unità (pari a un saldo negativo del 9,17%) i procedimenti penali pendenti in materia di droghe. Si tratta di uno scostamento che ha precedenti (di segno contrario) solo nei primi anni di applicazione della cd. Fini-Giovanardi (2006-7), circostanza che induce a ipotizzare che la riduzione dell’ultimo anno possa essere un effetto della declaratoria di incostituzionalità della legge del 2006.
Le segnalazioni e le sanzioni amministrative del consumo di droghe illegali:
– 27.718 persone segnalate alle prefetture per mero consumo di sostanze stupefacenti, il risultato più basso degli ultimi 9 anni, in ulteriore calo rispetto alle 31.272 del 2014. Ben 26.403 segnalazioni, pari al 78,99% del totale, sono dovute a consumo personale di cannabinoidi. A partire dall’entrata in vigore della legge Iervolino-Vassalli (11.9.1990) 1.107.051 persone sono state segnalate al prefetto come consumatrici di sostanze stupefacenti illegali, il 72,23% dei quali (quasi 800mila persone) per detenzione di cannabinoidi.
– Le segnalazioni al prefetto hanno dato luogo a 13.509 sanzioni amministrative e a 151 richieste di sottoposizione a programma terapeutico-riabilitativo, confermando la natura principalmente sanzionatoria della segnalazione al prefetto dei consumatori di sostanze stupefacenti.
Le misure alternative:
Nel corso dell’ultimo triennio, le misure alternative alla detenzione si sono assestate intorno ai 22.200 casi seguiti al 31.12 di ciascun anno (22.285 nel 2015). Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31.12.2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco più di un decimo del totale delle misure alternative in corso. Tra il 2014 il 2015, registriamo un lieve calo delle misure per tossico/alcoldipendenti, nella misura del 6,32%, però assai più sensibile tra gli affidamenti disposti dal carcere (- 14,93%).
I consumi giovanili:
ESPAD®Italia, European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs, è uno studio sulla diffusione dei comportamenti a rischio tra gli studenti italiani, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni, che l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IFC-CNR) realizza dal 1995 e che dal 1999 ripete con cadenza annuale, tra marzo e aprile, su un campione rappresentativo degli studenti iscritti alle scuole superiori presenti sul territorio nazionale.
Lo studio ESPAD®Italia condotto nel 2015 evidenzia che oltre un terzo degli studenti ha sperimentato il consumo di almeno una sostanza illecita (tra cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni e/o stimolanti) nella vita, mentre il 27% lo ha fatto nel corso dell’anno antecedente lo svolgimento dello studio campionario; di questi ultimi, l’85% ha fatto uso di una sola sostanza e circa il 15% può essere considerato policonsumatore.
Tra tutte le sostanze illegali consumate nell’ultimo anno, la cannabis è quella maggiormente utilizzata (quasi il 27%), mentre l’eroina è la meno diffusa (circa l’1%), con stimolanti (2,6%), cocaina (2,5%) e allucinogeni (2,2%) che si pongono in posizione intermedia. Rispetto al genere, si osserva una maggior attrazione dei maschi per il consumo delle sostanze psicoattive: in riferimento al consumo durante l’anno, il rapporto maschio/femmina varia da 1,4 per la cannabis, a poco più di 2 per stimolanti e cocaina, fino a quasi 3 per eroina e allucinogeni.
Un dato di particolare interesse è la percentuale di coloro che hanno utilizzato sostanze psicoattive “sconosciute”, ignorandone cioè la natura e gli effetti e, quindi, aumentando i potenziali rischi correlati al consumo. Si stima, infatti, che circa il 2,1% degli studenti di 15-19 anni abbia assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive senza sapere di cosa si trattasse, in particolare il 2,5% dei maschi e l’1,6% delle femmine. Il 52% circa di questi studenti le ha assunte per non più di 2 volte, ma per il 26% si è trattato di ripetere l’esperienza oltre 10 volte. Riguardo all’aspetto delle sostanze, il 54% di questi studenti ha assunto un miscuglio di erbe sconosciute, il 56% ha assunto sostanze in forma liquida e il 52% sotto forma di pasticche/pillole. La quota maggiore di utilizzatori di sostanze psicoattive “sconosciute” si riscontra tra coloro che, nel corso dell’ ultimo anno, hanno utilizzato sostanze diverse dalla cannabis: circa il 35% di chi ha utilizzato cocaina, stimolanti e/o allucinogeni, quasi il 60% di chi ha utilizzato eroina, e solo il 2% di coloro che hanno utilizzato cannabis.
Gli altri contenuti del Libro Bianco sulle droghe:
La settima edizione del Libro Bianco sulle droghe contiene anche: un aggiornamento di Giorgio Bignami rispetto ai miti e ai fatti sulle droghe e la guida, con una particolare attenzione alla recente legge sull’omicidio stradale; una disanima delle evoluzioni giurisprudenziali in tema di stupefacenti a cura di Elia De Caro e Gennaro Santoro; ulteriori riflessioni sulle politiche nazionali e internazionali sulle droghe in particolare dopo UNGASS 2016, compresa un’analisi di Grazia Zuffa sulle prospettive della legalizzazione della cannabis rispetto alle Convenzioni ONU. In appendice vengono confrontate le principali proposte di legge di riforma delle politiche sulle droghe offerte al dibattito pubblico italiano.