“E’ tutto tranne che una caccia ai tossicodipendenti”, si difende la SNCF che ha equipaggiato con delle luci blu la stazione di Sainte-Marthe nei quartieri nord di Marsiglia, sulla linea Marseille-Aix-en-Provence. Essi pensano di scoraggiare la presenza dei tossicodipendenti e trovare una soluzione al problema delle siringhe abbandonate sui marciapiedi.
I neon blu, accanto alle luci della stazione, rendono meno visibili le vene. Le luci, rari punti luminosi del quartiere, dovrebbero quindi non essere piu’ ricercate dai tossicodipendenti, costretti a ricercare altri luoghi per le loro iniezioni endovenose. Il metodo e’ conosciuto, utilizzato in alcune discoteche; un parcheggio sotterraneo situato nella parte alta de La Canebière lo ha gia’ sperimentato.
Una dozzina di luci blu dovevano essere installate lo scorso venerdi’ 23 novembre, ma la SNCF ha rimandato l’operazione. Motivo ufficiale: un ritardo dovuto ad un fornitore. Nel frattempo la polemica si e’ gonfiata. La SNCF che all’inizio aveva abbondantemente dato notizia del fatto, ha subito deciso deciso di far sapere che si trattava solo di un banale esperimento.
Piu’ blu la vita
Tutto e partito da un utente, habitué di quella linea ferroviaria. Ha protestato per lettera contro la presenza di siringhe. L’iniziativa, battezzata “Piu’ blu la vita”, facendo riferimento ad una serie televisiva di France 3 prodotta a Marsiglia, e’ venuta fuori da una “boite à idées” (una gara di progetti) raccolte fra i ferrovieri. Questi progetti sono arrivati ad una finale, lo scorso giovedi’ 15 novembre, di Trofei del gruppo SNCF nella categoria “stazioni e connessioni” dell’Agence Méditerranée. I suoi promotori si sono rallegrati di “poter ridare alla stazione di Sanite-Marthe le proprie caratteristiche pacifiche, allontanando un problema, la tossicodipendenza sui marciapiedi”.
Deplorando di non essere stato informato, Garo Hovsépian, sindaco (partito socialista) dei quartieri n. 13 e 14 di Marsiglia, ritiene che l’iniziativa della SNCF “non fa che spostare il problema, mentre la questione della tossicodipendenza dovrebbe essere presa di petto per aiutare quei giovani ad uscire dall’inferno della droga”.
“Brutale” la risposta della SNCF, “non fa che respingere il problema”, deplora Serge Longère, direttore dell’autobus 31/32, una unita’ mobile che distribuisce trattamenti sostitutivi agli oppiacei come il metadone. Questo progetto, secondo lui, va all’incontrario delle politiche di riduzione dei danni che, in venti anni, hanno fatto calare il livello di contaminazione con HIV presso i tossicodipendenti, dal 35 a meno del 3%.
La questione potrebbe dare un contributo ad accelerare la sperimentazione delle narcosalas. Decisa da un comitato di esperti, accettata dalla municipalita’ (a guida UMP), il progetto prevede l’apertura di tre narcosale: al centro citta’, a Sainte-Marguerite nel quartiere sud e nei quartier i a nord. Il progetto e’ in attesa del semaforo verde del ministro della Sanita’, Marisol Touraine, e della Mission interministérielle de lutte contre la drogue et la toxicomanie.
(articolo di Luc Leroux, pubblicato sul quotidiano Le Monde del 24/11/2012)