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Come previsto Malta è il primo paese europeo a legalizzare completamente coltivazione e possesso di cannabis per uso personale e l’apertura dei Cannabis Social Club. La proposta di legge introdotta dal governo laburista è stata infatti approvata ieri dal parlamento maltese con un voto a maggioranza, 36 favorevoli contro 27 contrari.

La legge maltese

Una volta promulgata la legge da parte del Presidente George Vella, i cittadini maltesi potranno coltivare fino a 4 piante di cannabis, e detenerne in luogo pubblico sino a 7 grammi, senza incorrere in alcuna sanzione. Chi invece verrà trovato con una quantità superiore, ma fino ai 28 grammi, non sarà oggetto di sanzione penale ma sarà sottoposto all’attuale regime sanzionatorio previsto per il possesso di piccole quantità: dovrà comparire davanti a un commissario di giustizia che potrà infliggere ammende da 50 a 100 euro. Sanzionato anche il consumo in pubblico e davanti ai minori.

Se non è stato affrontato dalla legislazione il tema del mercato legale, le norme approvate prevedono invece l’implementazione di un sistema sociale di coltivazione e distribuzione, con i cannabis social club che potranno coltivare per conto dei membri (massimo 500) e quindi cedere loro al massimo 7 grammi al giorno e fino a 50 al mese. La riforma è stata promossa dall’associazione Releaf Malta, con la collaborazione anche del TNI, che ha messo in moto un processo di advocacy che in pochi anni ha portato alla riforma parlamentare.

Per Releaf è un “giorno storico, il governo ha mantenuto la sua promessa di modificare le attuali leggi draconiane e muoversi verso una politica più basata sui diritti umani.” L’associazione nel suo comunicato sottolinea come sono stati seguiti “i suggerrimenti presentati al governo nel 2019, come la cancellazione delle fedine penali, la possibilità di coltivare cannabis in casa e di formare un’associazione basata su un modello no profit” e come “più di tutto, questo giorno è importante perché finalmente riconosce che le persone che consumano cannabis non sono criminali, o irresponsabili fannulloni“.

Al via i cannabis social club

Se la scelta di postporre l’implementazione di un sistema di mercato legale della cannabis sembra più motivata da prudenza nei confronti sia del fronte interno di opposizione al provvedimento che di quello esterno di rapporti con UE e convenzioni, è molto interessante la possibilità di sperimentare i cannabis social club.

Nati in Spagna fra le maglie della legge, ma presenti anche in altri paesi europei come il Belgio, i cannabis social club sono stati resi legali in Uruguay e ipotizzati in alcune legislazioni USA, ma sarà la prima volta che un sistema non commerciale sarà messo alla prova come unico luogo di distribuzione legale della cannabis.

La via sociale alla cannabis legale è interessante perchè realizza una alternativa non profit al mercato legale, togliendo quindi tutti i rischi legati all’eccessiva commercializzazione di una sostanza, i cui effetti deleteri conosciamo bene per quanto riguarda alcol e tabacco. Inoltre permette di costruire quelle reti sociali e culturali che favoriscono la condivisione delle esperienze e dei saperi e quindi una maggiore conoscenza della sostanza e migliore consapevolezza dei suoi usi e dei suoi effetti. Come dimostrato in varie ricerche, fra cui quella condotta anche da Forum Droghe alcuni anni fa, in questi contesti si trova una maggiore capacità di autoregolazione dell’uso di cannabis e quindi di controllo dei suoi effetti rispetto alla traiettorie di vita di chi la consuma.

L’onda verde bagna le coste europee

La riforma sulla cannabis bagna finalmente le coste europee. Parte dalla piccola Malta, in attesa dell’approvazione di una analoga normativa in Lussemburgo, ma l’attesa è soprattutto per la Germania, la cui recente decisione di arrivare rapidamente ad una regolamentazione legale della cannabis rappresenta ovviamente l’occasione per far diventare l’onda uno tsunami. Sarà impossibile a quel punto non aprire un dibattito a livello continentale, nel quale il referendum cannabis legale promosso in Italia assumerà un ruolo importante.