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Una siccita’ stupefacente ha devastato i terreni di cannabis in Marocco, provocando da un anno all’altro una perdita del 40% della superficie coltivata e un calo secco della produzione. Le cifre compaiono nell’ultimo rapporto dell’Onudc, l’agenzia Onu sulla droga e sul crimine, che verra’ presentato giovedi’ prossimo a Vienna, che spiega come questa caduta verticale sia, in minima parte, dovuta all’azione di repressione lanciata dal governo nei confronti di produttori e trafficanti e, in larga parte, “frutto di condizioni climatiche sfavorevoli e di un periodo in cui sul paese sono state rare le precipitazioni”.

I numeri parlano di una superficie coltivata a cannabis che nel 2005 (e’ il dato piu’ recente dell’Onudc) e’ passata a 72.500 ettari rispetto ai 120.500 dell’anno precedente.

Contemporaneamente in Marocco, leader mondiale in questo settore criminale, e’ diminuita anche la produzione di resina di cannabis, passando dalle 3.070 tonnellate del 2003, alle 2.760 del 2004 e alle 1.070 del 2005.

Piu’ in generale il rapporto delle Nazioni Unite avverte che la cannabis resta largamente la droga internazionalmente piu’ diffusa: si stima che ne facciano uso 162 milioni di persone, circa il 4% della popolazione mondiale di eta’ compresa tra i 15 e i 64 anni.