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Le vittime della violenza criminale in Messico dall’inizio dell’anno sono ormai piu’ di 3.000, con un vertiginoso crescendo negli ultimi due mesi: 987 morti, ossia uno ogni 85 minuti. Solo ad agosto sono stati 547 i morti causati dagli scontri tra bande di narcotrafficanti e di delinquenza comune e tra queste e le forze dell’ordine, senza contare che il numero delle persone uccise in tutto il 2007 (2.673) e’ stato raggiunto, e superato gia’ il 5 giugno scorso. Di fronte a questo scenario il presidente Felipe Calderon, che ha inviato nelle zone calde decine di migliaia di militari senza pero’ un miglioramento della situazione, ha ammesso che ‘il problema della sicurezza in Messico e’ un po’ piu’ critico di come lo avevamo previsto’. E ha aggiunto che una delle possibilita’ ‘da valutare’ per alleggerire la situazione potrebbe essere la legalizzazione del consumo degli stupefacenti. Fra gli Stati messicani, il primato del piu’ violento va a Chihuahua (al confine con gli Stati Uniti), dove ieri e’ stata uccisa la vittima numero 3.000, che con 1.194 morti sopravanza abbondantemente i 567 di Sinaloa. n sostanza, ogni dieci persone assassinate, quattro riguardano Chihuahua. Fra gli episodi piu’ impressionanti delle ultime ore, l’operazione che ha permesso di liberare nello Stato di Mexico una donna di 49 anni e suo figlio di 30, che si e’ risolta con la morte di quattro rapitori e di un ufficiale di polizia e l’arresto di 20 membri dell’organizzazione criminale conosciuta come La Familia. Infine oggi un militare e’ morto e altri quattro sono rimasti feriti in uno scontro con una banda di malviventi avvenuto mentre pattugliavano la zona di Reynosa, nello Stato di Tamaulipas, alla frontiera con gli Usa.