Il presidente messicano Felipe Calderon non si fa intimidire dalla recenti proteste di piazza contro la presenza dell’esercito in città in cui dominano i cartelli della droga e avverte: i soldati contribuiranno alla lotta al narcotraffico finch‚ non sarà "recuperato lo Stato di diritto nelle zone affette da delinquenza" e dalla corruzione politica. Calderon è inoltre convinto che la gente, che martedí scorso ha manifestato in diverse località, sia finanziata dai narcos che non si fanno scrupoli nell’assoldare anche donne e bambini nella loro lotta contro le forze dello Stato. Un arrestato appartenente al gruppo Los Zetas, scrive El Pais, ha raccontato infatti che minori e donne vengono reclutati dai narcotrafficanti con denaro e regali. Parlando all’esercito nella città settentrionale di Monterrey, una di quelle in cui si sono tenute le proteste, nel giorno dedicato alle forze armate, Calderon ha difeso la decisione di impiegare 45mila truppe nella lotta ai cartelli della droga e ha chiesto ai messicani di "appoggiare l’esercito contro il nemico comune". Tuttavia, diversi attivisti per la difesa dei diritti umani hanno denunciato abusi da parte di militari.