Una marcia silenziosa, accompagnata solo dalla luce delle candele: sono decine di migliaia le persone che partecipano alle manifestazioni organizzate in circa sessanta città dei 32 stati del Messico contro l’ondata di violenze e omicidi legata alla criminalità organizzata e al narcotraffico. La marcia di ieri sera avviene a quattro anni da un’iniziativa analoga, quando oltre 250.000 persone si riversarono per le strade di città del Messico e in altre località del paese.
Malgrado il presidente messicano Felipe Calderon, al potere dal 2006, abbia fatto della lotta alla criminalità una delle priorità della sua azione politica sino ad oggi non si registrano molti progressi: solo in questa settimana circa 12 cadaveri privi di testa sono stati ritrovati nella penisola dello Yucatan, dove si trova una delle località turistiche piú famose del paese, Cancun.
Nonostante l’arresto di diversi ‘signori della droga’ e il dispiegamento di nuovi effettivi militari e di polizia nelle strade, la situazione sul terreno non sembra affatto migliorata, con un impressionante aumento del 47% degli omicidi tra gennaio e maggio scorso (1.378 i morti in cinque mesi, di cui circa 800 nel solo stato di Chihuahua).
In aumento anche i rapimenti, cresciuti del 9,1%, per una media di 65 al giorno, anche se una stima ufficiale è difficile poich‚ molti parenti non denunciano la scomparsa del familiare per timore del coinvolgimento della polizia nei sequestri.
La marcia di stasera è stata organizzata proprio in risposta alla scomparsa di un ragazzino di 14 anni, figlio di un importante uomo di affari: un caso che aveva fatto scalpore nel paese data la presunta collaborazione di un poliziotto. Pochi giorni fa, ancora, una donna aveva confessato di aver pagato un riscatto per la figlia 18enne rapita 11 mesi fa ma di avere poi perso ogni contatto con i rapitori.
Giovedí scorso i cadaveri decapitati di 12 uomini – identificati quasi tutti come delinquenti – sono stati trovati a Merida, nello Yucatan. Per la polizia si tratta di un regolamento di conti tra narcotrafficanti: la decapitazione è infatti un segnale tra cartelli rivali nella guerra per il controllo del traffico di droga. Ieri i corpi senza testa di altri quattro uomini sono stati trovati: tre a Nogales al confine con gli Stati Uniti, un altro nello stato di Chihuahua.
“E’ un cancro che estirperemo” ha promesso Calderon in un messaggio trasmesso dalle televisioni a inizio settimana, ma il presidente ha chiesto pazienza spiegando che il problema dei trafficanti di droga e della sicurezza sulle strade non si risolverà con un semplice provvedimento del governo.
Oltre la metà degli agenti delle forze di polizia dello stato e dei municipi hanno il diploma elementare e molti di loro, impossibilitati a far carriera e guadagnare di piú, si rivolgono al mondo criminale.