Le sanzioni economiche con cui è stata colpita la Corea del Nord, anche a seguito dei recenti lanci di missili balistici, starebbero provocando un passaggio dell’industria del paese dalle produzioni tradizionali, come il carbone, ad altre meno convenzionali come le metamfetamine.
Secondo DailyNK, un fonte di informazione in lingua inglese che ha sede a Seul e che lavora diffondendo informazioni provenienti dai propri “corrispondenti” in Corea del Nord le aziende statali e commerciali della NordCorea si starebbero rivolgendo alla produzione di droga, metamfetamine in particolare, e al loro contrabbando.
“L’ingrediente di base [acido fenilacetico] viene contrabbandato dalla Cina e poi venduto ai produttori della Corea del Nord, che producono il “chrystal meth“, ha dichiarato la fonte di DailyNK. Le metamfetamine vengono poi trafficate a livello nazionale e internazionale da soggetti non statali che avrebbero guadagnato la tacita complicità dallo stato. Un’altra fonte locale sostiene infatti che “i funzionari governativi usano la catena di approvvigionamento della droga come un’opportunità per ottenere tangenti, innalzando il livello di corruzione“.
Queste notizie, pur sempre provenienti da un paese “nemico” (Corea del Sud e del Nord non hanno mai siglato un trattato di pace), devono essere prese con le molle. Però va detto che pur essendo difficile conseguire informazioni dirette a causa delle rigide regole sull’informazione del regime nordcoreano, numerosi rapporti nel passato hanno collegato il regime alla produzione e distribuzione di metamfetamine. Come ha riferito TalkingDrugs, enormi quantità di metamfetamine originarie della Corea del Nord sono state intercettate da paesi stranieri. In particolare, nel 2013, le autorità statunitensi hanno arrestato cinque uomini per aver tentato di trasportare 100 chilogrammi di metanfetamine nordcoreane nel paese. Prima degli arresti, in una intercettazione da parte della DEA, uno degli uomini ha rivelato ad un informatore che “il governo nordcoreano ha bruciato tutti i laboratori [di metamfetamine] per dimostrare agli americani che non producono più, li hanno bruciati. [Ma in realtà] hanno trasferito [i laboratori] in un altro luogo.”
Del resto i mercati delle droghe potrebbero sembrare particolarmente attraenti per il regime della Corea del Nord, poiché le sanzioni hanno portato il paese sempre più tagliato fuori dai mercati legali globali. Il 5 agosto scorso il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all’unanimità la risoluzione 2371, che ha dichiarato il divieto alla Repubblica di Nord Corea di fornire, vendere o trasferire carbone, ferro, minerale di ferro, frutti di mare, piombo e piombo ad altri paesi. Questa risoluzione è stata adottata a causa dei timori diffusi tra gli Stati membri dell’ONU che la Nord Corea possa utilizzare i proventi dal commercio di queste risorse per finanziare il suo programma di armi nucleari. Questo è successo pochi giorni dopo che le autorità della RPC hanno promesso di lanciare uno missile nucleare nel “cuore degli Stati Uniti“.
Le metamfetamine nella Corea del Nord non vengono ovviamente prodotte esclusivamente per i mercati internazionali. L’uso delle metamfetamine in Nord Corea – secondo i ricercatori – sarebbe molto diffuso e ormai socialmente accettato. Addirittura il 30% dei cittadini nordcoreani farebbe uso di droghe, metamfetamine e oppio in particolare. A causa dell’evidente mancanza di misure di riduzione del danno, ciò ha probabilmente portato a gravi conseguenze sanitarie.
[Fonte Talking Drugs]