In Messico e’ in corso una surreale caccia al cadavere: a quello di Heriberto Lazcano, il capo del potente e sanguinario cartello di mnarcotrafficanti Los Zetas, ucciso domenica da forze della marina militare nei pressi di un campetto di baseball dello sperduto villaggio Progreso dello Stato di Cohauila. E il cui corpo è stato trafugato poche ore dopo da un commando armato mentre si trovava nell’obitorio di un’impresa di pompe funebri. Lo ha detto oggi il governatorato locale, confermando inoltre che i ‘marines’ che lo hanno ucciso lo hanno incontrato ‘in modo fortuito’, su segnalazione di ‘persone del luogo’.
E mentre la marina, per tacitare i dubbi sulla sua morte – secondo il suo primo annuncio il cadavere era alto m.1,60, quando, per la Dea, l’agenzia antidroga Usa, Lazcano era alto m.1,76 – ha ribadito anche oggi la sua identita’, il quotidiano El Excelsior assicura che secondo fonti degli stessi ‘marines’ i suoi resti sono stati sottratti da Miguel Trevino, ovvero Z-40, il rivale del deceduto nel gruppo dei Los Zetas. Il giornale, inoltre, ha raccolto da un paio degli spaventatissimi 700 abitanti del villaggio, versioni del tutto diverse da quelle ufficiali su quanto e’ accaduto domenica.
Non e’ la prima volta che la marina messicana e’ coinvolta in un caso non chiaro. Lo scorso giugno ha presentato un arrestato come il figlio del capo del Cartello di Sinaloa, Joaquin “El Chapo” Guzman, il narcoboss piu’ ricercato del Paese. Pochi giorni dopo ha pero’ ammesso che non era lui.