Il Governo di Enrique Peña Nieto, presidente del Messico, ha fatto sapere per la prima volta alcuni dati sui reati dall’inizio del suo mandato, Si tratta del periodo che va da dicembre 2012, quando il presidente si e’ insediato e la fine di marzo 2013. Rispetto ai ai quattro ultimi mesi del Governo di Felipe Calderon, si e’ registrato un calo del 17% di morti connessi alla delinquenza organizzata, passando da 5.127 a 4.249.
Osorio Chong, segretario del Governo, ha definito l’attuale piano di sicurezza come una strategia nazionale con un approccio regionale, ed ha insistito sull’importanza del coordinamento tra governo federale e governi statali. Uno degli aspetti piu’ criticati nella strategia di sicurezza dell’Esecutivo di Calderon, e’ che c’erano stati piu’ di 60.000 omicidi in quel contesto che e’ stato chiamato guerra contro i narcos, con il fallimento dei rapporti tra il livello federale e quello statale.
Questi i numeri diffusi: omicidi -918; sequestri di persone: con Calderon 733, con Pena Nieto 551; sequestri di cocaina: 1.871 Kg con Pena Nieto, 1.310 con Calderon. Ma i numeri sono diversi per gli agenti di polizia di stato e municipale che sono morti: 57 statali con Pena Nieto e 32 con Calderon; 96 municipali con Pena Nieto e 82 con Calderon. Nel contempo si e’ dato conto delle armi sequestrate nell’ultimo quadrimestre al crimine organizzato: 3.145 pistole lunghe, 1.547 pistole corte, 500 granate e 688.000 cartucce. Una cifra che da sola serve a spiegare la potenza del fuoco delle mafie messicane.