Negli ultimi sei anni vi sono stati 70mila morti in Messico per violenze legate al crimine organizzato e sono nate fra 60 e 80 nuove organizzazioni criminali. La stima e’ del nuovo governo del presidente Enrique Pena Nieto, che si e’ insediato il primo dicembre.
Il suo predecessore, Felipe Calderon, aveva fatto della lotta al narcotraffico una delle priorita’ della sua amministrazione. Ma durante il suo governo la violenza e’ cresciuta enormemente con scontri fra polizia e ‘narcos’ e fra bande rivali. Secondo il procuratore generale Jesus Murillo Karam, finora le autorita’ hanno puntato alla cattura dei capi dei cartelli della droga senza colpire le organizzazioni alla radice. In questo modo sono emersi leader di secondo piano, “in genere piu’ violenti”, che hanno creato loro sottogruppi e ampliato le attivita’ criminali oltre il traffico di droga, dedicandosi anche a rapimenti ed estorsioni.