I 49 cadaveri mutilati ritrovati sul ciglio di una strada non lontano da Monterrey, nello stato messicano di Nuevo Leon, sono il risultato di una sanguinosa guerra tra i potenti cartelli degli Zetas e di Sinaloa per la supremazia nel mercato della droga e il controllo del crimine organizzato. E’ quanto ha spiegato il ministro messicano dell’Interno, Alejandro Poire, in un colloquio con la Cnn.
“Nelle recenti settimane abbiamo assistito a una serie di atti disumani e spregevoli in differenti parti del paese, che hanno marcato una guerra irrazionale tra due gruppi criminali e i loro alleati”, ha detto il ministro.
Ci sono “chiare indicazioni” del fatto che i recenti sviluppi nello stato di Nuovo Leon – tra cui il ritrovamento dei 49 cadaveri mutilati – siano il risultato dello “scontro frontale” tra gli Zetas e il cartello di Sinaloa, ha insistito Poire..
Il ministro ha confermato l’intenzione del governo messicano di proseguire la sua lotta senza tregua contro il crimine organizzato. “So molto bene che questi atti preoccupano la società civile, ma la soluzione non è abbassare la guardia”, ha sottolineato.
Più di 47.000 persone sono morte in episodi di violenza legati al controllo del mercato della droga in Messico da dicembre 2006, quando il presidente Felipe Calderon ha annunciato il dispiegamento in forza dell’esercito locale per il contrasto alla criminalità organizzata.
La macabra uccisione di 49 persone vicino Monterrey, i cui cadaveri sono stati ritrovati nelle ultime ore dalle forze di sicurezza locali, è stata rivendicata con una lettera dal cartello degli Zetas, gruppo criminale creato e diretto da ex esponenti delle unità militari d’elite dell’esercito messicano.
A contendere la supremazia degli Zetas sono i rivali del cartello di Sinaloa che, secondo gli esperti, si sarebbero alleati con il cartello del golfo. Il leader di Sinaloa, Joaquin El Chapo Guzman Loera, è considerato il latitante più pericoloso del Messico. Il magazine Forbes, nello scorso mese di marzo, lo ha inserito nella lista degli uomini più potenti del mondo, con un patrimonio personale di un miliardo di dollari.
Zetas e Sinaloa sono da tempo in lotta per il controllo di Monterrey, la città più ricca del paese. Nel 2011 sono state circa 400 le persone morte in città in episodi di violenza legati alla guerra tra narcos.
Fidel Castro ha attribuito agli Stati Uniti la responsabilita’ per il massacro di 49 persone, vittime della lotta tra cosche del narcotraffico, scoperto nei giorni scorsi nella citta’ messicana di Monterrey.
In una delle sue ‘Reflexiones’ pubblicate regolarmente dalla stampa cubana – intitolata ‘Gli orrori che l’Impero ci offre’ – l’ex ‘Lider Maximo’ attribuisce agli Usa la colpa per l’ennesimo eccidio dei narcos in Messico. ‘Non e’ il primo, ne’ senza dubbio sara’ l’ultimo, degli orrori che smontano la montagna di bugie con le quali gli americani cercano di giustificare il destino inumano che riservano ai popoli della Nostra America’, scrive Castro.
L’ex presidente cubano ricorda che Cuba e’ tra i pochi Paesi del continente americano a non avere gravi problemi con il narcotraffico. ‘Nella nostra Patria – scrive Fidel -, questo tipo di problemi non esistono. Sara’ per questo che l’Impero cerca di piegarla e farci arrendere con la fame e le ostilita’?
Mezzo secolo non e’ bastato, e dubito molto che l’Impero disponga di un altro mezzo secolo, prima di affondare nel suo proprio fango’.