Il Messico sta portando avanti una corretta lotta contro il narcotraffico, per questo i grandi capi dei narcos chiedono che sia fermata la lotta contro di loro; la chiave, infine, e’ fare causa comune. Cosi’ si e’ espresso il presidente della Colombia Juan Manuel Santos Calderòn durante la sessantesima assemblea generale della Sociedad Interamericana de Prensa (SIP) che si e’ tenuta lo scorso fine settimana a Merida (Yucatan).
Cosi’ il presidente messicano Felipe Calderòn in pochi giorni, dopo il presidente Usa Obama, incassa un segnale positivo per la propria strategia di lotta.
“Il presidente Calderòn ha fatto cio ‘e giusto. Il nemico non e’ il Governo ma il crimine organizzato, non si deve cedere; il peggiore errore che potrebbe commettere un Paese e’ affrontarlo come e’ stato fatto con gli alcolici, non accettarlo se rappresenta un problema e affrontarlo”.
Il presidente colombiano, sottolineando come il problema sia di tutti i Paesi, ha rilevato come la stampa abbia una grande responsabilita’ di fronte al narcotraffico ed ha portato ad esempio il poco impegno della stampa del suo Paese. In Colombia sono molti i politici, giornalisti e giudici caduti nella lotta al narcotraffico, anche se abbiamo catturato i grandi capi -ha detto Santos Calderòn. In Colombia l’assassinio dei giornalisti e’ stato ridotto del 90%; attualmente sono 170 i professionisti del settore sottoposti a protezione da parte della polizia.