Nove tossicodipendenti sono stati uccisi la scorsa notte da uno squadrone della morte in un centro di disintossicazione nella citta’ di Gomes Palacio, nello stato messicano di Durango.
E’ il terzo attacco a istituti di recupero per tossicodipendenti in poche settimane in Messico: quindici giorni fa 19 persone sono stati assassinate a Chihuahua.
La violenza in alcuni stati del Messico ha raggiunto punte impressionanti. Il cantante messicano Sergio Vega, ‘El Shaka’, e’ stato freddato a colpi di pistola mentre viaggiava a bordo della sua auto per lo stato di Sinaloa. Vega stava andando a fare un concerto quando e’ stato aggredito da un gruppo armato che presumibilmente lo stava seguendo.
Al momento del massacro nella clinica c’erano 46 pazienti.
Il gruppo armato cercava Roberto Madrigal, proprietario del centro. Ma non avendolo trovato si sono messi a sparare all’impazzata nelle sale e nel cortile dell’istituto. Nove persone sono morte e altre nove sono state gravemente ferite. La polizia ha trovato sul posto 59 pallottole. L’esercito messicano sta tenendo lontani i curiosi dalla strada in cui si e’ compiuta la strage.
Altre sei tossicodipendenti sono stati uccisi 10 giorni fa mentre uscivano da un centro di disintossicazione a Ciudad Suarez, una delle citta’ piu’ violente del Messico, di fronte a El Paso (Texas), al confine con gli Stati Uniti. Questa serie di carneficine si inscrive nella sanguinosa lotta fra gruppi rivali di narcotrafficanti.
L’esercito messicano ha eliminato ieri cinque presunti sicari dell’organizzazione criminale ‘Los Zetas’ al termine di una sparatoria presso i pozzi di petrolio dello stato di Tamaulipas, nel nord-est del paese. I soldati hanno respinto un attacco di un commando armato alla strada che conduce al Pozzo Arcos, della statale Petroleos Mexicanos (Pemex). Il luogo e’ vicino al confine con gli Usa e il personale della Pemex deve vedersela con il crimine organizzato e i narcos che imperversano nella regione.
Giovedi’ il direttore generale dell’ente petrolifero messicano, Juan Jose’ Suarez Coopel, ha ammesso che si ignora dove vengano tenuti prigionieri cinque lavoratori della Pemex e due di una ditta subappaltata che sono stati sequestrati piu’ di un mese fa nella stessa zona di Tamaulipas.
Qualche ora prima aveva smentito la notizia della sua morte, riportata da alcuni media messicani. La stessa sera, al termine di un concerto, è rimasto vittima di un’imboscata. E’ la storia di Sergio Vega, noto cantante messicano, stella delle ballate “narcocorridos”, genere musicale folk, che esalta le storie dei trafficanti di droga. Lo riferisce il sito della Bbc.
Vega, conosciuto anche con il soprannome di “El Shaka”, è stato ucciso dopo essersi esibito su un palco a Sinaloa State, sulla costa ovest del Messico. L’uomo è stato freddato, all’interno della sua auto, una Cadillac rossa, con due colpi di pistola, uno alla testa e uno al petto.
Tre anni fa Vega aveva rafforzato le misure di sicurezza dopo la morte, nel 2007, di Sergio Gomez, il cantante del Grupero band K-Paz de la Sierra.
Spesso in “narcocorridos” cantano le imprese di una banda di trafficanti di droga diventando cosí obiettivi delle gang rivali.