Terra, cielo o mare, non c’e’ differenza. Per i trafficanti di droga ogni via di comunicazione e’ buona per generare miliardi di dollari di profitti. Ma nell’oceano Atlantico e’ apparso un nuovo mezzo di trasporto che sta mettendo a dura prova la comunita’ internazionale nella sua lotta contro il traffico di droga tra l’America latina e l’Africa occidentale. Dopo gli aerei e le navi, i cartelli sudamericani si affidano sempre di piu’ ai sottomarini per far approdare sulle coste africane i loro carichi di cocaina destinata al mercato europeo. E’ quanto e’ emerso nel corso di una riunione organizzata a Dakar il 21 giugno dalle Nazioni Unite, da Interpol e dalla Comunita’ economica degli Stati dell’Africa occidentale (Ecowas). I rapporti pubblicati in questi ultimi anni dall’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc) hanno rivelato che l’Africa occidentale e’ diventata una rotta di transito imprescindibile per il traffico di cocaina tra il continente sudamericano e l’Europa. Colpa della posizione geografica strategica di questa regione del continente africano dove la corruzione e la debolezza delle strutture di controllo e di polizia sono una manna per i narcotrafficanti. Il responsabile dell’Unodc per l’Africa occidentale e centrale, Alexandre Schmidt, ha dichiarato che i trafficanti di droga dispongono di mezzi sempre piu’ sofisticati, tra cui i sottomarini. “Non si tratta di sottomarini nucleari o militari”, ha precisato Schmidt, “ma di semi-sommergibili che possono essere acquistati sul mercato internazionale a un prezzo che varia dai due ai tre milioni di euro”. E ha avvertito: “Sebbene la quantita’ di cocaina sbarcata sulle coste africane sia calata tra il 2008 e il 2010, passando da 47 a 35 tonnellate, il traffico di droga continua a rappresentare una minaccia costante per i paesi della regione”.