Dopo 50 anni di applicazione del proibizionismo, la guerra alla droga è arrivata ad un vicolo cieco. Il suo obiettivo era quello di creare un “mondo libero dalle droghe”. Invece, nonostante più di un trilione di dollari spesi per combattere la guerra, secondo l’UNODC, le droghe illegali sono utilizzate oggi da circa 270 milioni di persone e i profitti del crimine organizzato sono stimati in oltre 330 miliardi dollari l’anno, rappresentando il più grande mercato illegale del mondo.
Nel suo World Drug Report 2008, l’UNODC ha riconosciuto che la scelta di un approccio basato sulla repressione stava avendo una serie di “conseguenze inattese”. Tra queste la creazione di un vasto mercato criminale, la diffusione del commercio illegale di droghe in nuove aree, il trasferimento di fondi dalla salvaguardia della salute alla repressione e la stigmatizzazione dei consumatori. Per Count the Cost è inaccettabile che né l’ONU, nè alcuno dei suoi governi membri abbiano significativamente valutato questi “effetti collaterali” per stabilire se essi superino o meno le conseguenze “previste” del sistema globale di controllo della droga, come è inaccettabile che tali conseguenze non siano adeguatamente documentate nel Rapporto mondiale sulla droga dell’UNODC.
Secondo Martin Powell, portavoce della campagna “Count the Cost“: “questo importante rapporto espone la natura distorta e incompleta del World Report annuale dell’UNODC raccontando l’altra metà della storia, ovvero i costi insostenibili per perseguire un approccio repressivo al problema della droga. La ‘guerra alla droga’ è una scelta politica. Ci sono altre opzioni che, almeno, avrebbero dovuto essere discussi ed esplorati. Per il bene dei loro cittadini, gli Stati membri dell’ONU hanno il dovere di assicurarsi che accada ora. “
L’Alternative World Report Drug colma quindi questa lacuna nelle valutazioni dei governi e delle Nazioni Unite, presentando nel dettaglio l’intera gamma di effetti negativi derivanti dalla scelta di un approccio alle droghe basato sulla repressione, e in particolare:
- Spreco di miliardi e messa a rischio delle economie di interi stati
- Danni allo sviluppo e alla sicurezza internazionale, alimentando conflitti
- Minaccia alla salute pubblica, diffusione di malattie e causa di morte
- Lesione dei diritti umani
- Promozione dello stigma e della discriminazione dei consumatori
- Creazione di criminalità, e arrichimento delle economie criminali
- Causa di deforestazione e di inquinamento
Il rapporto descrive anche le altre opzioni per il controllo delle sostanze, inclusi gli approcci sanitari che hanno portato alla regolamentazione e al controllo dei mercati. Si conclude con un appello agli Stati membri delle Nazioni Unite perchè calcolino finalmente i costi della Guerra alla Droga e coerentemente esplorino tutte le alternative capaci di fornire risultati migliori. Carel Edwards, ex capo della Unità di coordinamento Antodroga della Commissione europea ha commentato: “questa importante relazione giunge in un momento cruciale nella campagna per la riforma della politica sulle droghe, con i paesi dell’America Latina non sono più disposti a sostenere ciecamente una guerra alla droga che gli è costata così cara. Le prove riunite in questo rapporto sono un grave atto d’accusa all’attuale regime, e i sostenitori di questa iniziativa hanno il diritto di invitare i capi di Stati membri dell’ONU a conteggiare i costi della guerra alla droga, anche se questo rende evidente il suo fallimento, e quindi di esplorare opzioni alternative. Solo allora avremo la possibilità di esprimere giudizi informati sul modo migliore per affrontare una delle preoccupazioni più urgenti del nostro tempo “.
Vai al sito della Campagna:
www.countthecosts.org/alternative-world-drug-report