“Due anni fa, quattro chili di oppio venivano venduti per 200 dollari, mentre ora valgono ben mille dollari”, rivela Hajj Fateh Khan, un coltivatore di Nad Ali, il distretto di Helmand dove all’inizio dell’anno si e’ concentrata l’operazione anti-Talebani delle forze di sicurezza afghane e delle truppe della coalizione.
Khan, si legge in un articolo dell’Institute for War and Peace Reporting (Iwpr), non coltiva l’oppio nel suo terreno di 40 ettari, ma in un campo nelle vicinanze, 12 ettari di proprieta’ statale. Ora che si avvicina la stagione del raccolto, Khan e’ certo che i guadagni aumenteranno rispetto allo scorso anno, anche perche’ il suo prodotto e’ “di buona qualita'”, ed e’ anche convinto “una forte presenza dei Talebani” nella zona disincentivi le autorita’ dal procedere allo sradicamento delle coltivazioni illegali.
Dopo un calo di un terzo della coltivazione di oppio a livello nazionale dal 2008, lo United Nations Office on Drugs and Crime (Unodc) per quest’anno prevede dati stabili nell’Helmand, dove si contano 70mila ettari di campi di papavero. Per il capo della shura (assemblea locale) di Nad Ali, Abdul Ahad Helmandwal, la situazione nella provincia sta peggiorando. “Quest’anno la produzione di oppio sta aumentando perche’ il prezzo e’ alto e i programmi per lo sradicamento non sono cosi’ efficaci come lo scorso anno – ha detto. Molte persone stanno avviando coltivazioni nel deserto”.
Anche per Mohammad Hussein Andiwal, che fino a due anni fa era il capo della polizia di Helmand, le coltivazioni di oppio nella provincia quest’anno sono aumentate del 20%. “Oltre a un incremento nei prezzi dell’oppio, la coltivazione e’ aumentata anche per altri fattori, come la piu’ diffusa corruzione all’interno dell’amministrazione dell’Helmand, l’aumento dell’insicurezza, la poverta’ e l’incremento del numero di narcotrafficanti”, ha osservato.
“In questo affare non siamo soli – ha spiegato Hajji Baridada, coltivatore di oppio del distretto di Gereshk -. I Talebani ci dicono di coltivarlo e ci assicurano che ci proteggeranno dal governo collocando ordigni. Poi si prendono dai 600 ai 1.200 dollari per ogni pozzo che usiamo. E poi arrivano i comandanti locali e ci dicono che proteggeranno i nostri campi di oppio, ma che dovremo dare loro un chilo di oppio per ogni 2.000 metri quadrati di coltivazione. E poi arriva la polizia e si prende la sua parte”.
Nell’Helmand, secondo Daud Ahmadi, portavoce del governatore di Helmand Mohammad Gulab Mangal, la battaglia contro la diffusione delle coltivazioni di oppio resta per lo piu’ concentrata sul programma Food Zone gestito dai britannici. La prima fase dell’iniziativa prevede che vengano forniti ai coltivatori fertilizzanti e semi per colture alternative, la seconda consiste in una campagna di sensibilizzazione che mette in luce i danni provocati dalla coltivazione di oppio, mentre la terza si concentra sull’individuazione di coloro che continuano a dedicarsi a colture illegali. “Se i coltivatori che hanno usufruito del progetto Food Zone continuano a coltivare oppio, i loro campi vengono distrutti e vengono arrestati”, ha spiegato Ahmadi, convinto che “quest’anno la coltivazione di oppio subira’ un forte calo”.
Ma nonostante il nuovo capo della polizia di Helmand, Asadullah Sherzad, abbia promesso il pugno duro nella battaglia contro le coltivazioni di oppio, difficilmente si otterranno buoni risultati nella provincia, soprattutto nelle zone remote sotto il controllo dei Talebani. Hajji Zaqum, ‘re’ delle coltivazioni di oppio nel distretto di Sangin, e’ convinto che la battaglia del governo contro i campi di papavero contribuira’ solo a rafforzare gli insorti. “Posso dire con certezza – ha sentenziato – che se i campi di oppio di Sangin verranno distrutti, la popolazione si schierera’ con i Talebani e li sosterra'”.
Oppio. Produzione e guadagni in crescita a sud
Articolo di Redazione
Tornano a crescere nella provincia di Helmand, nel sud dell’Afghanistan,
la produzione di oppio e gli introiti derivanti dal narcotraffico.Dal Notiziario Aduc.