La cosiddetta guerra alla coca, che ha portato uno dei suoi dirigenti, Evo Morales, fino alla poltrona presidenziale, ora si prepara a una sfida istituzionale che vede l’Esecutivo, il Legislativo e la Costituente impegnati in una campagna nazionale ed internazionale tesa ad ottenere la tanto sospirata depenalizzazione della foglia millenaria, nonche’ la legalizzazione di ventimila ettari di piantagioni. Per centrare l’obiettivo e’ necessario agire sulla dimostrazione delle sue virtu’ medicinali, lo sviluppo della sua industrializzazione nelle regioni di produzione e la sua inclusione, nella nuova Carta Magna e nelle leggi boliviane, come fatto culturale indissolubile e anche simbolo. Il Potere Esecutivo, parlamentari, costituenti, dirigenti e produttori di base lavorano per togliere la foglia di coca dalla lista “1” delle sostanze psicotrope, dove e’ stata inserita nel 1961 dalla Convenzione delle Nazioni Unite di Vienna.
Asterio Romero, deputato del Movimento Al Socialismo (MAS), nonche’ dirigente cocalero, e’ convinto che sia necessario eliminare lo stigma “coca e’ cocaina”, in uso soprattutto negli Stati Uniti. “Vogliamo chiudere con l’ingiustizia internazionale e anche nel nostro Paese. Il grande obiettivo e’ togliere la coca dell’elenco uno degli psicotropi nella Convenzione di Vienna delle Nazioni Unite del 2008”, ha osservato. Il Governo di Morales Aima ha avviato, fin dall’inizio del suo mandato, una strategia diplomatica di valorizzazione e depenalizzazione della coca, attraverso una serie di incontri internazionali trovando il sostegno di altri Paesi. Bisogna incominciare ad industrializzare la foglia sacra. Intanto, si pensa a una mostra da allestire all’Onu al momento della ratifica della Convenzione sulle droghe del 1988, rassegna in cui la Bolivia espone gli usi tradizionali della foglia di coca. L’articolo 14 riconosce la dimensione storica della coca. Durante la gestione del presidente Jaime Paz Zamora (1992-1993) fu dato impulso alla diplomazia della droga. E nel 1994 fu approvata la formazione di una commissione bilaterale tra Bolivia e Peru’ per stimolare la rivalorizzazione della coca, ma la cosa non funziono’. Dopo questi tentativi, i Governi non fecero piu’ nulla per riscattare la coca come prodotto medicinale, tradizionale, ancestrale e culturale. E’ con quest’amministrazione, nata all’interno del Chapare, che si spera di poter riprendere molte iniziative internazionali e nazionali.
Il Governo sta elaborando una politica complessiva dello Stato per la depenalizzazione della coca che comprende strategie settoriali in campo scientifico-culturale, economico-commerciale, politico-diplomatico ed informativo-comunicativo, secondo quanto prevedono i documenti vincolanti per i settori gestiti dal partito socialista. L’amministrazione di Evo Morales gia’ si era espressa, davanti alla Commissione Stupefacenti dell’Onu, sulla rivalorizzazione della foglia di coca, difendendone gli usi tradizionali e culturali. Anche nelle sedi internazionali il Governo ha parlato del carattere culturale della coca, e ora deve ottenere la svolta nella sessione speciale delle Nazioni Unite che si terra’ nel 2008. Per conseguire l’obiettivo deve presentare il dossier che dimostri “scientificamente” il motivo per cui e’ giusto togliere la coca dalla lista 1 degli stupefacenti. Il deputato Romero ha spiegato che prima di arrivare al traguardo ci sono varie tappe; vanno dalla presentazione dei motivi e delle giustificazioni del ritiro, fino all’iter da seguire nelle diverse commissioni internazionali. In primo luogo bisogna presentare la proposta con un anno d’anticipo, ossia al massimo entro la fine d’aprile di quest’anno; poi dovra’ essere esaminata nelle commissioni competenti per poi arrivare alla sessione dove tutto dipendera’ dalla votazione degli oltre 140 membri. Secondo il deputato del MAS, servono almeno 75 voti per conseguire il risultato, ed e’ gia’ scattata la campagna mondiale volta a convincere i Paesi amici. Romero e’ sicuro che quasi tutti i Paesi latinoamericani sosterranno la Bolivia, cosi’ come vari Paesi europei e dell’Asia. “Siamo sicuri del grande appoggio che conseguiremo, malgrado l’opposizione degli Stati Uniti che potrebbe influenzare il voto di altri Paesi, come sempre accade”, ha affermato il parlamentare.
Ci sono documenti positivi dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ (Oms), che indicano la coca come non nociva. Ma quest’apprezzamento e’ stato tenuto in disparte.