ROMA, 5 dic – Parte oggi il lavoro della nuova Consulta degli esperti e degli operatori sociali sulle tossicodipendenze, che insieme al Comitato scientifico sara’ il consulente tecnico del Ministero della Solidarieta’ sociale nell’elaborazione e nell’attuazione delle politiche in materia di droga. Lo ha annunciato il ministro Paolo Ferrero, precisando che l’organismo dovra’ operare ‘sulla costruzione di un Piano triennale di intervento che da anni non viene piu’ fatto’ e ‘di linee di modifica all’attuale legislazione’.
‘Per come e’ costituita – ha spiegato il ministro della Solidarieta’ sociale – vi sono rappresentate tutte le esperienze e le sensibilita”. La Consulta sara’ divisa in gruppi di lavoro: uno sulla prevenzione, non solo riguardo alle sostanze illecite ma anche lecite; uno sul sistema dei servizi, in primo i Dipartimenti delle dipendenze; uno sui trattamenti, che studi le migliori prassi acquisite, anche rispetto alle nuove dipendenze, incluse quelle non da sostanze, come i videogiochi; uno sul carcere e le alternative per i tossicodipendenti; uno studiera’ un sistema di ‘allarme rapido’ che consenta di conoscere in tempo reale cosa contengono le sostanze che sono state assunte, in modo che il medico del pronto soccorso sappia quale antiveleno usare; uno sull’integrazione sociale, ‘spesso anello debole del sistema’, con particolare riguardo al sostegno all’inserimento lavorativo; uno sulla valutazione dei sistemi e delle prassi; uno sulla formazione e l’aggiornamento degli operatori; uno, infine, sul rapporto tra gli operatori e i consumatori di sostanze, che studi l’utilizzo anche di nuove tecnologie come forum e posta elettronica.
Quello del sistema di allarme rapido, ha sottolineato Ferrero, e’ un punto particolarmente significativo, perche’ con l’aumento dell’offerta e la diminuzione dei prezzi delle sostanze, il mercato e’ pieno di droga di cattiva qualita’ e scarsa purezze, e questo mette in pericolo di vita molti consumatori. Bisognera’ quindi, ha detto il ministro, studiare il modo di poter attuare questo sistema di allarme rapido senza pero’ che gli operatori, che dovrebbero fornire ai medici le sostanze da analizzare, vadano in galera come prevede attualmente la legge. (ANSA).