Corrispondenza da New York – Non è certo il meeting di rottura col passato che le ONG si aspettavano e neppure l’occasione per un ripensamento profondo delle politiche antidroga che Messico, Colombia e Guatemala auspicavano. A conferma di ciò, l’Assemblea ha approvato la mediocre risoluzione finale addirittura prima di cominciare il dibattito generale. Nonostante questo paradosso, anzi forse proprio in forza di questo, le differenze di visione politica sono emerse assai chiaramente. Molti paesi hanno espresso senza mezzi termini il loro disappunto perché l’obiettivo del superamento della pena di morte per i reati di droga non è entrato nella risoluzione finale. E il rappresentante dell’Unione Europea ha argomentato come la pena di morte per reati di droga contraddica la Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici. La pena di morte è la pietra dello scandalo, che svela come il controllo globale sulla droga non sia in linea con la missione generale delle Nazioni Unite, di protezione dei diritti umani.
Articolo di Grazia Zuffa
Si è aperta martedì l’Assemblea Generale Onu sulle droghe. I vecchi rituali sono duri a morire, ma il confronto si fa serrato.