Il gruppo terroristico Sendero Luminoso sarebbe dietro all’attentato sferrato nella notte tra sabato e domenica scorsi a San José de Secce, in Perù. Secondo gli analisti, Sendero Luminoso ha così rialzato la testa, colpendo la polizia in una località a 70 chilometri a nord di Ayacucho (nel sud-est andino, a 550 chilometri dalla capitale Lima), e inviato un messaggio alle autorità peruviane: le ultime colonne del gruppo attaccano la polizia per impossessarsi di nuove armi.
Ad assaltare la base della Dinoes (Direzione nazionale operazioni speciali della Polizia) sono stati una cinquantina di “narcoterroristi”, secondo la definizione che alcuni esperti usano per gli ultimi membri di Sendero ancora attivi. All’interno della base c’erano 20 agenti. Tre poliziotti sono stati uccisi e nel lungo scontro a fuoco sono morte anche la suocera e la fidanzata di uno degli agenti, che si trovavano in visita nella base.
Sendero Luminoso è un gruppo terroristico di ispirazione maoista che ha insaguinato il Perù negli anni Ottanta e Novanta.
Nel 1992 la cattura del leader senderista Abimael Guzmán ha segnato l’inizio della dissoluzione dell’organizzazione. Nonostante la progressiva sconfitta del gruppo, ci sono sue roccaforti nella zona del Vrae (Valle dei fiumi Apurimac e Ene), nei pressi di Ayacucho, dalle quali Sendero non è mai stato espulso del tutto. Con il passare degli anni, in questa regione, gli ultimi terroristi si sono alleati in modo sempre più stretto con il narcotraffico.
Per questo si parla di narcoterrorismo, nonostante le importanti differenze rispetto al caso colombiano.
L’area dove è stato sferrato l’ultimo attacco fa parte di una delle rotte principali del narcotraffico peruviano. Il Paese sudamericano, insieme a Colombia e Bolivia, costituisce un triangolo cruciale nella produzione di foglia di coca, la materia prima per la fabbricazione di droga.
Dal 2006 a oggi si sono già verificati diversi attentati simili a quello di sabato notte. Il principale obiettivo dei narcoterroristi è rubare le armi in possesso della polizia. L’ultimo attacco è particolarmente preoccupante perché è stata colpita una base della Dinoes, specializzata proprio nell’antiterrorismo. Secondo l’analista Ruben Vargas, citato da ‘La República’, la valle del “Vrae non è sotto il controllo” del governo. Le operazioni militari lanciate finora nella regione non hanno colpito in profondità il narcoterrorismo, aggiunge Jaime Antezana, che da anni segue il fenomeno. “Dov’è la strategia d’intelligence nella valle del Vrae?”, si chiede ‘El Comercio’, principale quotidiano peruviano.
L’allerta, così, rimane alta. Il ministro peruviano dell’Interno, Octavio Salazar, ha annunciato il rafforzamento della sicurezza nelle basi della polizia nella regione ayacuchana.