Non tardano ad arrivare le reazioni alle dichiarazioni del Presidente della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche Luciano Squillaci, che durante il convegno nazionale della pastorale della salute, a Cagliari, si è scagliato contro la definizione persone che usano sostanze, e il suo acronimo, PUD.
Secondo l’Agenzia SIR (Servizio Informazione Religiosa) Squillaci ha dichiarato, durante il suo intervento, che crede che “sia un messaggio estremamente fuorviante dare un nome, conferire una categoria specifica alle persone che usano droga perché così facendo compiamo un ulteriore e decisivo passo verso la ‘normalizzazione’ dell’uso. E la normalizzazione è l’anticamera della cronicizzazione”.
“L’opposizione di Squillaci della FICT al termine Persone che Usano Droghe (PUD), che sancirebbe a suo avviso la “normalizzazione” delle droghe, è incredibilmente grave” ha dichiarato Grazia Zuffa, Presidente de la Società della Ragione. Per Zuffa “l’espressione è di carattere puramente descrittivo, largamente utilizzata anche a livello europeo e internazionale. Con questa, si sono superate altre dizioni stigmatizzanti del passato (si vedano i “drogati” o i junkies ), di cui evidentemente la FICT ha nostalgia. Va ricordato alla FICT, e a quanti altri agitano la “normalizzazione” come spettro, che lo stigma genera ripulsa, segregazione sociale, odio. Lo stigma è violenza, perché cancella l’identità della persona. Lo possono testimoniare le tante vittime, fra le persone che usano droghe, della violenta “guerra alla droga e ai drogati”: simbolica, prima ancora che pratica. Non dimentichiamolo mai.”
Anche ITANPUD, il network italiano delle persone che usano droghe, in un intervento che pubblichiamo integralmente qui, ribatte a Squillaci: “il consumo di droghe è normalizzato perché ce lo dice la storia, e l’alterazione di coscienza è un’attività umana antica, primordiale e solo recentemente patologizzata in una visione miope e individualista.” “In quanto Persone che Usano Droghe – contiunua l’associazione – rivendichiamo la scelta degli acronimi, delle locuzioni, con cui vogliamo essere riconosciute: rivendichiamo la scelta e la costruzione della nostra identità, e sicuramente non sarà il dottor Squillaci o chi per lui a poter parlare per noi.” Per ITANPUD “siamo Persone, Usiamo Droghe, abbiamo nomi, cognomi e biografie complesse, e facciamo altre mille cose insieme, come tutte le persone su questo mondo. Siamo Persone che Usano Droghe e abbiamo stili di consumo diversi, influenzati da infiniti avvenimenti e fattori diversi delle nostre vite. Siamo Persone, Usiamo Droghe e studiamo, lavoriamo, facciamo attivismo, combattiamo, cresciamo altre Persone, costruiamo mondi e comunità altre in cui la cultura del consumo consapevole e godibile esiste e è riproducibile senza giudizio, con empatia, con comprensione e umanità.”
Per Leonardo Fiorentini, segretario di Forum Droghe “si tratta di una polemica fuori dal tempo. La scelta di utilizzare una terminologia non stigmatizzante è alla base dell’approccio moderno ai problemi legati all’uso di sostanze. Rimuovere lo stigma è il primo passo per riuscire ad intervenire con efficacia sugli usi problematici di droghe e a prevenirli. Allo stigma segue la marginalizzazione e quindi l’esacerbazione delle problematiche. Se Squillaci ha nostalgia di altro può sempre recarsi in Afghanistan o in Russia.”