Marco Perduca: pericolo conversioni per la Chiesa Cattolica
Contro l’istigazione alla conversione rasta e l’arresto di fumatori cattolici il Vaticano faccia qualcosa!”. E’ con un ”sorriso amaro” che Marco Perduca, segretario della Lega internazionale antiproibizionista eletto al Senato nelle liste del Pd, accoglie la sentenza con cui la Cassazione ha accolto il ricorso di un seguace ‘rasta’ che era stato condannato perche’ trovato in possesso di circa un etto di marijuana. ”Da oggi infatti – afferma Perduca – se per i seguaci della religione rasta che verranno trovati in possesso di ‘erba’ in quantita’ ‘non modiche”da fumarsi tranquillamente perche’ aiuta la contemplazione e la preghiera ‘nella credenza che l’erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone’, per i fumatori cattolici, anche devoti, restano invece previste pesanti sanzioni amministrative prima, e penali poi, frutto della Legge Fini-Giovanardi. Ora – conclude l’esponente radicale – conoscendo e condividendo le posizioni della Chiesa contrarie al carcere, non si potrebbe correre ai ripari designando un santo a cui votarsi, almeno per l’estate?”.
Maurizio Gasparri: sentenza fuori dal tempo
”La sentenza della Cassazione, che legittima l’uso di marijuana da parte degli adepti alla religione dei rasta perche’ assunta come erba meditativa, e’ fuori dal tempo”. Lo afferma il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri che ironicamente aggiunge: ”adesso tutti ‘rasta’ per violare la legge e andare disinvoltamente in giro con marijuana e magari hashish o droghe simili”. ”Chiunque oggi – osserva Gasparri – si puo’ definire rasta o portare semplicemente i capelli acconciati in un determinato modo per poter consumare impunemente droghe. Ma davvero a nessuno e’ venuto in mente che in Italia quella dei rasta e’ piu’ una tendenza di moda che non una fede religiosa?”. ”Qualcuno fermi i giudici che vivono fuori dalla realta”’ conclude Gasparri.
Don Gallo
"Finalmente una sentenza che non demonizza una sostanza". Don Andrea Gallo, fondatore e animatore della comunita’ di San Benedetto al Porto di Genova, plaude alla sentenza della Cassazione che da’ l’ok al consumo di ‘erba’ per gli adepti della religione rastafari. "Il fatto e’ che non si puo’ continuare a demonizzare una sostanza – afferma il sacerdote che aiuta i giovani con problemi di tossicodipendenza e nel disagio sociale -. C’e’ da rispettare un principio di autoderminazione. E’ da trent’anni che favoriamo l’offerta di sostanze stupefacenti demonizzandole, mentre ora la Suprema Corte ha capito che demonizzare una sostanza in quanto tale non e’ la strada giusta. Si deve colpire l’abuso, non l’uso". Don Gallo dice: "pensiamo allo zucchero: in se’, se non se ne abusa, non e’ certo dannoso, ma se si esagera si rischia il diabete. E’ tutta una questione di autoderminazione." Un esempio che a don Andrea serve per affermare che "l’obiettivo e’ la legalizzazione delle droghe, non la liberalizzazione. Insomma, bisogna darsi delle regole nuove che rispettino il principio di autoderminazione e bisogna distinguere tra uso e abuso, tra spaccio e uso. Questo dovrebbe tenere presente una legge. Percio’ ringrazio i giudici della Cassazione perche’ offrono uno spiraglio in questa direzione", conclude don Gallo.
Paolo Grimoldi (Lega): dopo Rasta legalizzare cannibali?
"Ecco, ci mancava anche questo, la Cassazione che legittima l’uso di droghe in base alla religione. Se non fosse il 10 luglio sembrerebbe un pesce d’aprile", il deputato leghista Paolo Grimoldi, coordinatore federale del Movimento Giovani Padani, ricorre all’ironia per commentare cosi’ la sentenza della Suprema Corte che consente l’uso dell’ ‘erba’ per i rasta. "Una sentenza incredibile e indecente. La Cassazione – prosegue – non e’ la prima volta che stupisce con decisioni alquanto stravaganti e originali. A questo punto perche’ non legittimare anche il cannibalismo di alcune tribu’ equatoriali o le mutilazioni femminili islamiche? Chiunque oggi si potra’ definire rasta solo per possedere la droga che gli serve. E poi ci si stupisce – conclude Grimoldi – che la maggioranza voglia fermare il delirio di onnipotenza di alcuni giudici?".
Roberto Cota (Lega Nord)
‘E’ una sentenza che produce effetti aberranti. Le norme giuridiche vanno applicate con buonsenso. La linea guida deve essere che l’uso della droga va contrastato non giustificato”. Lo ha dichiarato il Presidente del deputati della Lega Nord, Roberto Cota, in riferimento alla sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso di un cittadino di Terni che, condannato per illecita detenzione a fine di spaccio, ha sostenuto di essere un rasta fariano e di fumare l’erba in base ai precetti della sua religione.
Bertolini (PDL): strabismo giuridico della Cassazione
"In materia di sostanze stupefacenti, la Cassazione sembra affetta da una pericolosa sindrome che potrebbe andare sotto il nome di strabismo giuridico. La Suprema Corte, negli ultimi mesi, ha emanato sentenze, riguardanti il delicatissimo problema dell’uso e della detenzione di droghe, tra loro assolutamente incompatibili. Oggi i giudici di Cassazione, giustificando la detenzione di ingenti quantita’ di hashish per gli adepti rasta, assumono una decisione assolutamente sconcertante, in palese contrasto con quanto stabilito in altre occasioni". Lo afferma l’esponente del Pdl Isabella Bertolini. "Non e’ accettabile che in Italia si possa farla franca di fronte alla legge se beccati in possesso di un etto di hashish. L’uso, in questo specifico caso l’abuso di sostanze stupefacenti, deve essere condannato fermamente senza distinzioni ne’ attenuanti giustificate da credenze e affiliazioni religiose. In Italia purtroppo -conclude Bertolini- esiste un filone giurisprudenziale antiprobizionista, nel quale si iscrive la sentenza emessa oggi dalla Cassazione, che noi condanniamo e bolliamo come pericoloso e dannoso".
Volontè (UDC): sentenza sconcertante
"La Cassazione continua a stupire con sentenze sconcertanti a tal punto da diventare drammatiche: permettere ai ‘rasta’ di portare con se’ ‘hashish’ in quanto considerata dalla loro presunta religione come ‘erba meditativa’ avra’ un duplice gravissimo effetto sulla nostra societa’. In primis, indurra’ gli spacciatori e i commercianti di stupefacenti a utilizzare i ‘rasta’ per i loro loschi giri, e, ancor piu’ disarmante, gli abituali consumatori potranno farsi crescere i capelli e millantare di essere ‘adepti rasta’ per evitare fermi di polizia". E’ quanto afferma, in una nota, il deputato dell’Udc Luca Volonte’.