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Grazie a questo referendum verranno ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia richiesti per poter avanzare la domanda di cittadinanza italiana che, una volta ottenuta, sarebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Questa semplice modifica rappresenterebbe una conquista decisiva per la vita di molti cittadini di origine straniera (secondo le stime si tratterebbe di circa 2.500.000 persone) che, in questo Paese, non solo nascono e crescono, ma da anni vi abitano, lavorano e contribuiscono alla sua crescita. Partecipare agevolmente a percorsi di studio all’estero, rappresentare l’Italia nelle competizioni sportive senza restrizioni, poter votare, poter partecipare a concorsi pubblici come tutti gli altri cittadini italiani. Diritti oggi negati. Il Referendum vuole allineare l’Italia ai maggiori paesi europei che hanno già compreso come promuovere diritti, tutele e opportunità garantisca ricchezza e crescita per l’intero Paese.

Siamo figlie e figli d’Italia.

L’obiettivo è raccogliere 500.000 firme entro il 30 settembre. Si firma online con spid o carta di identità elettronica sulla piattaforma del governo FIRMA QUI

Cosa dice il quesito? Il quesito mira a modificare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 per ridurre da 10 a 5 anni il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia ai fini della presentazione della domanda di concessione della cittadinanza da parte dei maggiorenni. In Italia la legge era già così dal 1865 al 1992 quando la legge n.91 ha introdotto una irragionevole penalizzazione dei cittadini extra Ue.

Che differenza c’è tra questa proposta e ius soli e ius scholae? Lo ius soli riguarda solo chi nasce in Italia (circa 500mila persone all’anno), lo ius scholae solo chi completa un ciclo di studi di 5 anni (circa 135mila persone all’anno), questa proposta riguarda le persone che risiedono legalmente in Italia da almeno 5 anni e i rispettivi figli minori (circa 2,5 milioni di persone).

Dimezzando gli anni di residenza legale si regala la cittadinanza?

No. La concessione della cittadinanza non è un automatismo: oltre alla residenza ininterrotta in Italia (che questo Referendum propone di ridurre a 5 anni) resterebbero invariati gli altri requisiti già stabiliti dalla normativa vigente e dalla giurisprudenza, quali: la conoscenza della lingua italiana, il possesso di adeguate fonti economiche, l’idoneità professionale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica.

Come funziona nel resto d’Europa?

Il referendum cittadinanza allineerebbe l’Italia alle altre normative europee. In nessun paese dell’Unione è previsto un termine di legale soggiorno di 10 anni come è oggi in Italia. La Germania all’inizio del 2024 ha approvato una legge che coincide con le richieste di questo referendum e che ha stabilito il termine di 5 anni di residenza per l’ottenimento della cittadinanza. Lo hanno fatto semplicemente per riconoscere il contributo che molti cittadini stranieri danno alla crescita del Paese.

IL QUESITO

Riduzione a 5 anni di residenza legale del termine per la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini extraUE

Volete voi abrogare l’articolo 9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole “adottato da cittadino italiano” e “successivamente alla adozione”;

nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: “f) allo straniero che risiede legalmente da almeno 10 anni nel territorio della Repubblica. ”, della legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza?

PARTNER

Il comitato promotore è aperto alle adesioni di qualsiasi organizzazione voglia aiutare la campagna di raccolta firme. Finora hanno aderito le associazioni:

Italiani senza cittadinanza, CoNNGI, Idem Network, Libera, Gruppo Abele, la Società della Ragione, A Buon Diritto, ARCI, ActionAid, Cittadinanza Attiva, Recosol, InOltre Alternativa progressista, InMenteItaca

E hanno aderito i partiti: +Europa, Possibile, Partito socialista italiano, Radicali italiani, Rifondazione comunista