I narcos puntano all’Europa. Ma per arrivarci passano dall’Africa occidentale, in particolare dal Golfo di Guinea e dalla baia del Benin. Nascono qui le nuove narco-economie che gestiscono il traffico di cocaina verso l’Europa.
Secondo l’intervista che il responsabile Onu per l’Africa occidentale Alexandre Schmidt ha rilasciato a “Vita”, settimanale del non profit in uscita domani, i motivi sono tre e risiedono tutti negli Stati Uniti: “Oggi gli americani consumano principalmente droghe sintetiche. Poi bisogna considerare il crollo del dollaro rispetto all’euro, associato all’intensificazione dei controlli frontalieri negli Usa e in Messico”. Secondo Schmidt, bisogna valutare anche il peso della corruzione. “Non c’è paese africano che possa ritenersi immune. A livello regionale sappiamo che alcuni governi, amministrazioni pubbliche e aziende private sono coinvolte ma nessuno può dire in che misura”.
Ma l’Africa non è solo il luogo di passaggio ideale per spedire la coca in Europa. “L’uso di stupefacenti” spiega Schmidt tra gli stessi africani, è un fenomeno che purtroppo sta dilagando soprattutto tra i giovani, il cui peso demografico in Africa è molto rilevante. Oltre alla cocaina dilaga anche l’eroina, una droga nuova per il continente africano”.