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Bolivia e Venezuela hanno reagito vivacemente alla decisione presa dagli Stati Uniti di inserirle, insieme alla Birmania, in una lista di nazioni che hanno ‘fallito in maniera dimostrabile’ in materia di lotta alla droga. Il presidente boliviano Evo Morales ha detto che ‘gli Stati Uniti non hanno nessuna morale per parlare di droga’ e che i loro programmi di lotta al narcotraffico ‘sono il miglior strumento’ di ingerenza nella politica interna dei paesi. ‘Fortunatamente pero’ in America latina sta crescendo la coscienza della liberazione’. Secondo il capo dello Stato boliviano la decisione e’ solamente una ‘rappresaglia politica’ dovuta all’espulsione degli ambasciatori di Washington da parte dei due paesi. Anche a Caracas la mossa statunitense ha ricevuto vive critiche al punto che il direttore dell’Ufficio nazionale antidroga (Ona) del Venezuela, colonnello Nestor Reverol, parlando in televisione ha qualificato la dichiarazione statunitense ‘unilaterale, coercitiva e arbitraria’. La Carta dei doveri e diritti economici degli Stati dell’Onu impedisce di ‘adottare misure economiche e politiche (…) per ottenere la subordinazione di uno Stato nell’esercizio dei diritti sovrani’.