Le presunte strategie del governo turco, guidato dal Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Akp) di ispirazione islamica, finalizzate a vietare il consumo di alcolici nel paese continuano ad accendere aspre polemiche. Nel mirino degli oppositori dell’esecutivo è finita questa volta una bozza di regolamento dell’Autorità per la regolamentazione del mercato del tabacco e dell’alcol (Tapdk), che fa capo al governo. La bozza prevede infatti un divieto assoluto di farsi pubblicità per le merche di alcolici. In particolare, il documento mira a vietare i messaggi pubblitari relativi a liquori, birre o altri prodotti contenenti alcol su tv e giornali. Bandita inoltre la sponsorizzazione di eventi sportivi e di altro genere, oltre a qualsiasi programma televisivo o pubblicazione che venga considerata idonea a invogliare all’uso di alcolici. Gli oppositori dell’Akp, partito del premier Recep Tayyip Erdogan e del capo dello stato Abdullah Gul, accusano il governo di aver lanciato una vera crociata contro l’alcol, sulla base dei precetti dell’Islam che ne vietano il consumo. L’esecutivo non ha adottato alcun provvedimento che esplicitamente fa divieto di bere bevande alcoliche, ma per l’opposizione ha avviato una campagna volta a porre un divieto ‘de facto’. Il sito del quotidiano ‘Hurriyet’ ricorda che ad agosto la polizia municipale picchiò il propritario di un locale di Ankara che si era rifiutato di sospendere la vendita di alcolici, intimata in precedenza dalle stesse autorità municipali. A settembre le violenze si erano ripetute, a opera di alcuni cittadini, contro un altro negoziante. A Istanbul inoltre, nei quartieri in cui si concentrano i locali più alla moda, sono ormai frequenti le proteste dei giovani contro presunte pressioni delle autorità che avrebbero portato alla sospensione della vendita di alcolici in molti locali.