Atto n. 2-00357
Pubblicato il 23 febbraio 2016, nella seduta n. 580
MANCONI – Al Presidente del Consiglio dei ministri. –
Premesso che:
dai 19 al 21 aprile 2016 si terrà a New York la sessione speciale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle sostanze stupefacenti (UNGASS 2016);
dal 14 al 22 marzo 2016 si terrà a Vienna la 59ª sessione della Commissione droghe dell’ONU (CND), che prevede il 16 marzo una sezione dei lavori dedicata alla preparazione dell’UNGASS;
tale sessione speciale dell’Assemblea generale è stata anticipata rispetto alla scadenza naturale del 2019 dopo l’urgente appello di un gruppo di Paesi latino-americani, secondo cui “gli indirizzi di politiche globali sulla droga sin qui seguite necessitano di una revisione immediata” e che le Nazioni Unite devono ”guidare una revisione approfondita delle politiche che prenda in esame tutte le possibili opzioni e alternative alle attuali politiche”;
il segretario generale dell’ONU Ban Ki-moon ha invitato gli Stati membri ad impegnarsi affinché UNGASS 2016 diventi l’occasione per un dibattito “onesto e a tutto campo” sulle politiche globali sulle droghe;
le organizzazioni non governative a livello internazionale hanno chiesto agli Stati membri e alla CND di coinvolgere la società civile nel processo verso l’UNGASS, così come le altre agenzie ONU interessate alla problematica della droga (UNAIDS; WHO; UNDP), e non solo l’Agenzia sulle droghe e il crimine (UNODC);
le stesse organizzazioni hanno prodotto importanti documenti sulle questioni da discutere e sul processo di elaborazione dei documenti da approvare a New York; si segnala quello redatto dal Civil society forum on drugs, l’organismo di dialogo fra la società civile e la Commissione europea;
considerato che:
un gruppo rappresentativo di organizzazioni non governative italiane, riunite nel “cartello di Genova”, nel settembre 2015, ha inviato una lettera aperta al Governo italiano per chiedere che l’Italia mantenga un dialogo aperto sulle diverse sperimentazioni e innovazioni che si stanno svolgendo in molte parti del mondo sul rapporto fra politiche delle droghe, il rispetto dei diritti umani e sui risultati e le conseguenze negative dell’approccio penale, battendosi per il rispetto del principio di proporzionalità delle pene, per la decriminalizzazione dell’uso personale e per un riequilibrio delle politiche, dando priorità alla salute e incrementando la riduzione del danno;
veniva, inoltre, richiesto al Governo di presentare in sede internazionale un proprio contributo sugli effetti della legislazione antidroga, basandosi proprio sull’esperienza italiana che ha dato modo di testare quanto l’inasprimento repressivo contenuto nella legge “Fini-Giovanardi” (decreto-legge n. 272 del 2005, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 49 del 2006), dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale nel 2014, sia stato causa di sovraffollamento carcerario;
lo stesso “cartello di Genova”, durante un meeting nazionale di 2 giorni nel novembre 2015 a Milano, ha rinnovato pubblicamente al Governo italiano le sue richieste, chiedendo, in particolare, che il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri si faccia promotore di un incontro di consultazione delle organizzazioni non governative italiane, con la presenza delle rappresentanze di tutti i ministeri e delegazioni diplomatiche interessate;
considerato, inoltre, che:
il processo di preparazione di UNGASS e di negoziazione dei documenti finali che saranno approvati all’assemblea generale di New York sta procedendo, a parere dell’interpellante, in modo insoddisfacente. Il 14 gennaio 2016 lo UNGASS board, incaricato dalla CND di supervisionare la preparazione dell’Assemblea, ha licenziato una bozza del documento base finale (la cosiddetta zero draft), chiedendo che i negoziati sulla bozza si svolgano in incontri “informali”, ossia chiusi e non verbalizzati, e che si concludano entro il 16 marzo, ovvero prima dell’inizio del segmento dedicato all’UNGASS della CND;
la procedura indicata dall’UNGASS board non rispecchia la richiesta di apertura e di coinvolgimento più volte sollecitata ed esclude, oltre agli Stati membri che non hanno una rappresentanza permanente a Vienna (ben 70), anche le altre agenzie ONU e la società civile, nelle sue varie articolazioni;
i contenuti del documento base finale (zero draft), inoltre, non rispecchiano l’urgenza che ha portato a convocare UNGASS 2016, non affrontano una valutazione delle politiche sin qui seguite, non stabiliscono chiare priorità (in specifico, la protezione della salute e dei diritti umani) in rapporto all’insieme dei trattati e delle dichiarazioni delle Nazioni Unite, e neppure fanno riferimento a obiettivi stabiliti da altre agenzie ONU e da altre assemblee generali, segnatamente riguardo il contrasto all’infezione da HIV,
si chiede di sapere:
se il Presidente del Consiglio dei ministri non ritenga opportuno che la rappresentanza italiana a Vienna adotti tutte le iniziative necessarie a far sì che nel processo di preparazione di UNGASS 2016 venga mantenuta la massima apertura a partire dalla negoziazione intorno allo “zero draft” e per far sì che la dichiarazione finale rimanga aperta fino alla fine della CND e che venga discussa in incontri aperti, tenendo in considerazione i contributi della società civile e di altre agenzie ONU; è, inoltre, opportuno che il dibattito e i negoziati continuino fino al momento dell’Assemblea generale, per far sì che le bozze di documenti preparati dalla CND possano essere non solo adottati, ma anche modificali ed integrati;
se non ritenga necessario recepire e riportare in sede di negoziati sullo zero draft i documenti redatti dalle organizzazioni internazionali non governative, in particolare il documento redatto dalla Civil society forum on drugs, organismo di dialogo fra la società civile e la Commissione europea;
se non ritenga opportuno attivarsi in sede di negoziato, affinché il documento finale di UNGASS includa i temi da tempo posti dal cartello di Genova e dalla rete di organizzazioni non governative internazionali International drug policy consortium (IDPC), in particolare: la definizione della struttura del documento finale secondo 5 “pilastri” (salute, diritti umani, approccio penale, sviluppo, nuove sfide), lo sviluppo della riduzione del danno, la piena disponibilità delle sostanze ad uso medico, il riconoscimento del principio della proporzionalità delle pene, la riforma della giustizia penale (decriminalizzando l’uso personale e promuovendo le alternative al carcere), lo sviluppo socioeconomico dei Paesi produttori, l’istituzione di un gruppo tecnico per rivedere gli obiettivi generali del sistema di controllo internazionale e l’istituzione di un gruppo di esperti per analizzare le sperimentazioni in corso in singoli Stati membri in rapporto all’architettura delle convenzioni Internazionali sulle droghe;
infine, se non ritenga opportuno, utile e necessario promuovere con la massima urgenza, visto l’ormai imminente svolgimento della 59ª sessione della CND, una giornata di consultazione con le organizzazioni non governative italiane con la presenza delle rappresentanze di tutti i ministeri e delegazioni diplomatiche interessati.