“La nostra missione è curare, non mettere a morte le persone”. Così il segretario dell’American Board of Anesthesiologists, Mark A. Rockoff, ha spiegato al Washington Post la decisione di radiare dall’associazione degli anestesisti americani i medici che partecipano alle esecuzioni, praticando ai condannati l’iniezione letale.
Anche se da tempo l’ordine dei medici americani si oppone al coinvolgimento dei medici nelle esecuzioni, è la prima volta che un’associazione dei medici adotta una misura così drastica, appunto la revoca del certificato necessario agli anestesisti per lavorare nella maggior parte delle strutture sanitarie americane, contro la pena di morte.
Circa che la metà dei 35 stati americani dove è ancora al lavoro il boia, richiedono la presenza di un medico al momento dell’esecuzione. Alcuni prevedono che sia un dottore a somministrare il cocktail delle tre sostanze che uccidono il condannato. In altri casi devono solo assistere il personale carcerario che pratica l’iniezione.
Ora la misura porterà molti dottori a rifiutarsi di partecipare alle esecuzioni per non rischiare di perdere il lavoro. E se i movimenti abolizionisti esultano, i sostenitori della pena capitale affermano che non c’è bisogno di assistenza medica per portare a termine le esecuzioni.
Ma l’assenza dei medici potrà rafforzare uno degli argomenti legali utilizzati contro la pena di morte, cioè quella che le esecuzioni provocano sofferenze non necessarie ai condannati, queste vietate dalla Costituzione. “Se fossi bloccato sul lettino del condannato e qualcuno mi somministrasse una sostanza paralizzante, vorrei che fosse qualcuno che sapesse quello che sta facendo, è la stessa cosa di un’operazione chirurgica, non vorrei che fosse un secondino a farmi l’anestesia” ha detto con Ty Alper, vice direttore della Death Penalty Clinic della Facoltà di Giurisprudenza dell’università di Berkeley.
Sono 3200 i detenuti rinchiusi nel braccio della morte dei penitenziari di tutti i paesi e gran parte delle 50 esecuzioni condotte ogni anno da 2008 sono avvenute tramite iniezione letale.
L’associazione che riunisce 40mila anestesisti ha adottato la nuova regola lo scorso febbraio e finora, afferma il segretario Rockoff, non è ancora stato radiato nessun medico.