Ignoti hanno tirato una bomba molotov attraverso la finestra di un’azienda di Billings, nello Stato settentrionale del Montana, che fornisce marijuana per uso medico. Inoltre, lunedì scorso, sulla stessa vetrina dell’attività commerciale, è stata rinvenuta la seguente scritta, ?Usa, tirano molotov sulla clinica della marijuanatracciata con una bomboletta spray: “Not in Our Town”, (Non nella nostra città) rispettivamente il secondo atto intimidatorio, in altrettanti giorni, così come hanno denunciato le autorità locali di polizia.
QUI QUALCUNO NON AMA MARIJA – Gli incidenti avvenuti a Billings, fanno seguito alla decisione presa lunedì notte dal Consiglio Comunale di estendere a sei mesi la moratoria per approvare nuove “imprese della marijuana”. Secondo il sergente, Kevin Iffland della polizia di Billings una pietra è stata utilizzata per rompere le vetrate della Montana Therapeutics, all’incirca alle 4:30 della notte di lunedì scorso. Poi una bottiglia di birra piena di benzina è stata accesa e gettata dentro. Un passante ha riferito di aver visto il fuoco rapidamente divampare all’interno dell’attività commerciale. I pompieri sono prontamente intervenuti ed hanno impedito danni maggiori. Verso le 5 del mattino del giorno precedente, invece, dalle riprese delle telecamere di sorveglianza è emerso come due giovani uomini avessero imbrattato con la “solita” scritta “Not in Our Town” l’ingresso della “Big Sky Patient Care”, clinica dove appunto si sperimentano cure a base dell’uso terapeutico della marijuana. Successivamente, i due, hanno gettato un sasso sulla vetrata dell’ingresso principale a cui è poi seguito, anche in questo caso, il lancio di una bottiglia infiammabile. Fortunatamente, nessuno è rimasto ferito in entrambi i casi.
SEGNALI DI FUMO – Trevor McFarren, co-proprietario del Montana Therapeutics, ha dichiarato agli inquirenti che la sua attività fornisce la marijuana a circa 50 persone e non ha mai avuto alcun problema e nessuna minaccia dalla sua apertura nel mese di gennaio, escludendo così la pista del racket. McFarren, invece, ritiene probabile una connessione con il voto del Consiglio Comunale. “Sono sicuro – dice McFarren – che stanno cercando di alimentare un clima pericoloso, aizzando il fuoco contro la mia ed altre attività come questa“. Dello stesso parere è David Couch, responsabile della Big Sky Patient Care: “È più di un attacco contro la comunità, è qualcosa di vigliacco ed intollerante. Cose che da queste parti non si sono mai viste“. Anche Couch ha detto di non aver mai ricevuto particolari reclami e proteste per la sua attività terapeutica. Tuttavia, non si è mostrato particolarmente pessimista. “Da questo episodio sgradevole potrà venire fuori comunque qualcosa di buono. La gente si informerà e capirà che la nostra è un’attività sanitaria come un’altra. Il nostro scopo è aiutare pazienti sofferenti per serie patologie, non farli diventare dei drogati“.
LA POLIZIA BRANCOLA NEL BUIO… – “La polizia, al momento, non ha particolari sospetti” è stata la laconica dichiarazione del sergente Iffland. “Il video della telecamera di ?Usa, tirano molotov sulla clinica della marijuanasorveglianza può avere catturato quello che è successo, ma i proprietari del palazzo – a causa della stringente normativa sulla privacy in vigore negli States, nda – non vogliono rilasciare il video alla polizia fino a quando non avranno parlato con il loro avvocato“, chiosa Iffland. I detective del locale commissariato stanno indagando se gli atti sono tra loro connessi oppure si tratta di racket o di minacce dovute a “concorrenza sleale”.
MONTANA JAMMIN’ HOSPITAL – Il commercio di marijuana medica è cresciuto nel Montana da quando l’anno scorso l’amministrazione Obama si è detta favorevole a non perseguire a livello federale più questi casi. Stando alle cifre fornite dallo stesso Dipartimento di Sanità Pubblica e dei Servizi Sociali dello Stato, il Montana ha circa 15.000 pazienti – erano tuttavia solo 800 nel 2008 – e conta su circa 5.000 operatori sanitari registrati che forniscono loro la marijuana. Lo Stato del Montana, peraltro, applica sul tema una legislazione molto diversa da quella di altri Stati che, spesso, non permettono affatto di dispensare marijuana ai pazienti. Sta di fatto, però, che in molti segnalano un abnorme consumo del narcotico non sempre per uso terapeutico. Inoltre, in molti si stanno trasferendo dagli altri Stati per sperimentare le “cure”. “Questo sistema – denunciano gli oppositori – ha fatto crescere in modo esponenziale i costi per lo Stato e il numero dei tossicodipendenti“. Nel frattempo, in varie città e cittadine del Montana si stanno sperimentando modi diversi di affrontare la coltivazione e la commercializzazione della marijuana. Alcuni l’hanno vietata entro i limiti della città, altri invece sono alla ricerca di modi per regolamentare questo particolare tipo di impresa. Diverse città hanno imposto una moratoria temporanea sulle nuove imprese, in attesa di valutarne l’impatto. Infatti, solo a Billings ci sono più di 80 negozi che vendono marijuana per scopi medici. Il Consiglio Comunale, appunto, con la sua decisione di lunedì ha voluto delimitare una moratoria di sei mesi ed imposto che nessun negozio di questo tipo sia vicino, nel raggio di 1.000 piedi, ad una scuola o ad un parco.