I recenti raid della DEA in centri per la distribuzione della marijuana fanno capire che la nuova Amministrazione non sia come l’avevano immaginata e sperata i sostenitori di una riforma della politica sulle droghe. "Siamo scioccati e terrorizzati. E’ preoccupante che la DEA agisca in modo cosi’ arrogante, in conflitto con quanto espresso dal presidente Obama", si legge nel messaggio inviato da George Pappas, dell’Americans for Safe Access, agli attivisti dopo i raid. La DEA all’inizio del mese di febbraio ha fatto incursioni in quattro o (forse cinque) centri dell’area di Los Angeles: due a Venice, uno a Marina del Ray e a Playa del Rey. Alla fine di gennaio fu eseguito un raid a South Lake Tahoe, due giorni dopo il giuramento di Obama e nel giorno in cui Eric Holder fu confermato ministro della Giustizia e capo del Dipartimento della giustizia, organo che controlla la DEA. Dale Gieringer, direttore della sede californiana della National Organization for the Reform of Marijuana Law, ha dichiarato che gli agenti nelle incursioni hanno prelevato cannabis, denaro contante, computer, ma non hanno proceduto ad alcun arresto.