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Il viaggio di questa settimana in Messico e in Colombia del candidato repubblicano alla Casa Bianca, John McCain, ha chiarito una cosa, scrive il Washington Post: il futuro delle relazioni tra Stati Uniti e America Latina dipenderà dall’esito delle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre.
McCain e lo sfidante democratico, Barack Obama, hanno infatti due visioni divergenti su come gli Stati Uniti devono condurre la loro politica nell’emisfero sud. Il candidato repubblicano vuole imprimere un nuovo slancio ai rapporti con l’America Latina, continuando peró sulla linea seguita già dall’amministrazione Bush nella lotta al narcotraffico, nella promozione del libero commercio e nel contrasto all’immigrazione clandestina. Anche Obama intende assegnare una grande importanza ai rapporti con i Paesi latinoamericani, puntando peró a rafforzare la presenza degli Stati Uniti con la diplomazia e il “soft power”, rendendosi anche disponibile a incontrare i leader della sinistra piú estrema come il presidente venezuelano Hugo Chavez.
Come spiega anche Dan Lund, un sondaggista che ha vissuto per lungo tempo a Città del Messico, “c’è una grande differenza” tra i due candidati”. “E’ semplice capire che “McCain seguirà, senza eccezioni, la linea dell’amministrazione Bush, inclusa la politica verso Cuba”, afferma. “I democratici invece sono un mistero. Molleranno alcune cose e non vorranno lottare con tutti come ha fatto Bush”. Le divergenze tra i due candidati si comprendono alla luce dei loro diversi background. McCain ha visitato l’America Latina decine di volte, e ha sostenuto le battaglie politiche intraprese dagli Usa nella regione negli anni Ottanta. Obama al contrario non ha mai visitato un Paese latinoamericano. Ma entrambi i senatori sostengono che gli Usa debbano sviluppare rapporti piú stretti con la regione, e risolvere i problemi piú urgenti.