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Sempre piu’ diffusi soprattutto tra i giovanissimi, alcuni energy drink contengono tanta caffeina quanta ce n’e’ in 14 lattine di Coca Cola, ma non ne riportano bene evidenziato sull’etichetta il contenuto, ne’ il rischio di intossicazione insito nel loro consumo. A puntare il dito contro il dilagare di queste bevande evidenziandone i potenziali pericoli e’ Roland Griffiths della Johns Hopkins University di Baltimora, in un articolo sulla rivista ‘Drug and Alcohol Dependence’: e’ come se si servisse una bottiglia di alcool senza dire se si tratta di birra o rum. L’intossicazione da caffeina ha sintomi ben precisi che vanno dal nervosismo all’ansia, dall’insonnia ai disturbi gastrointestinali, tremori, tachicardia; in rari casi puo’ essere fatale. Gli energy drink hanno conquistato un’ampia fetta di mercato che negli Stati Uniti e’ di 5,4 miliardi di dollari e cresce al ritmo del 55% l’anno. I maggiori consumatori sono giovani e giovanissimi, attratti dalle ‘virtu’ con cui vengono pubblicizzati, cioe’ come stimolanti e miglioratori di performance. Molti giovani hanno preso l’abitudine di bere gli energy drink in pericolosi mix con bevande alcoliche, col rischio di avere una falsa percezione della propria lucidita’, per esempio alla guida. In realta’ i pericoli legati al consumo di energy drink non sono trascurabili: il loro contenuto in caffeina puo’ variare da un minimo di 50 a oltre 500 milligrammi, un’enormita’ se si pensa che una lattina di Coca Cola ne contiene 35 milligrammi e una tazza di caffe’ dagli 80 ai 150. Inoltre i centri Usa che ricevono le segnalazioni di avvelenamento hanno ricevuto numerosi rapporti su intossicazione da caffeina per consumo di energy drink. Sarebbe necessario, conclude Griffiths, rendere piu’ trasparente il sistema di etichettatura di queste bevande con evidenziati i rischi del consumo, come pure mettere un freno ai loro nomi, che spesso ricordano queli di droghe o stimolanti.